Decalogo per istituzioni open

Da Wikimedia Italia.
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Un’istituzione open è un’istituzione che produce contenuti e strumenti facili da trovare, citare e riusare.

  1. La volontà di essere open. L’istituzione dichiara la sua volontà di essere open: un’istituzione aperta alla collaborazione, trasparente e con contenuti e strumenti che facilitino uso, studio, modifica, condivisione. La dichiarazione può essere una Open Access Policy o altro tipo di dichiarazione pubblicata sul proprio sito.
  2. Referente. L’istituzione nomina un referente per la sua strategia open e un direttore tecnico con mandato di 2 anni, rinnovabile e senza limitazioni sul tipo di figure (dipendenti, consulenti, o la stessa persona alla direzione dell’istituzione, volontari).
  3. Privacy e tutela utenti. L’istituzione tutela i suoi utenti e la loro privacy. Non richiede dati che non sono strettamente necessari, segue un approccio rispettoso nei confronti di individui e comunità; vuole usare, produrre e promuovere software controllato dagli utenti (e non software che controlla gli utenti); rispetta la GDPR.
  4. Strumenti e licenze libere. L’istituzione vuole rendere disponibili i propri contenuti e strumenti con strumenti e licenze libere secondo il principio di open by default (as open as possible, as closed as necessary). Vuole autorizzare uso, studio, modifica, condivisione, senza alcuna restrizione. Fornisce indicazioni su come vuole essere citata.
    1. Metadati e contenuti in pubblico dominio in CC0 (compatibile con Wikidata).
    2. Contributi autoriali di collaboratori e dipendenti di enti pubblici e ricercatori in CC BY (secondo le indicazioni dell'Open Science)
    3. Contributi autoriali realizzati in collaborazione con volontari in CC BY-SA (licenza di Wikipedia).
  5. Formati e standard aperti. L’istituzione vuole usare, produrre e promuovere contenuti e strumenti che non richiedono l’acquisto di un software per poter essere consultati e modificati e che siano interoperabili con contenuti e strumenti di altre istituzioni, banche dati e progetti collaborativi. Testi, video, audio e dati sono resi accessibili in formati e standard aperti (come TXT, ODT, ODS, ODP, TeX, LaTeX, PDF, XML, HTML, XHTML, JPEG, PNG, SVG, MP3, OGG, STL; non sono invece aperti e standard per esempio documenti word, excel, powerpoint, illustrator); il software è compatibile con standard aperti. Usare software libero, per produrre formati standard aperti.
  6. Identificazione, archiviazione e condivisione. L’istituzione vuole permettere l’accesso ai suoi contenuti e strumenti, associandoli ad un identificativo unico e rendendoli disponibili all’interno dei suoi canali di comunicazione e in banche dati aperte, pubbliche, non profit e con archiviazione sul lungo periodo.
  7. Documentazione. L’istituzione vuole produrre contenuti e strumenti capaci di accogliere nuovi utenti e contributori. Per farlo archivia le sue produzioni e il materiale che conserva, accompagnandolo dalla documentazione che permette di comprenderlo e riusarlo; rende accessibili contenuti accompagnati da metadati; accompagna il suo software dalla documentazione necessaria per permettere ad altri di usarla. Segue gli standard dei FAIR data.
  8. Software. L’istituzione vuole usare, produrre e promuovere software progettato su misura degli utenti finali, accessibile, senza discriminazioni e concepito come strumento di utilità per gli esseri umani. Usa gli standard di accessibilità web (sistemare).
  9. Co-creazione. L’istituzione vuole essere aperta alla co-creazione di contenti e strumenti. Riconosce il contributo di comunità e individui, raccogliendo eventuali autorizzazioni e indicazioni sull’attribuzione o discutendo apertamente sulla gestione dei beni prodotti; considera la provenienza dei suoi contenuti e le questioni etiche, di responsibilità e di responsabilità sociale associate; adotta un codice etico; il software è sviluppato con spirito di collaborazione per raggiungere lo stato dell'arte.
  10. Facilitare il riuso. L’istituzione vuole facilitare la collaborazione con individui e istituzioni e vuole promuovere il riuso dei suoi contenuti e strumenti. Collabora con le comunità online come Wikipedia, Wikidata, Wikimedia Commons e OpenStreetMap e usa, produce e promuove software rispettoso delle quattro libertà digitali fondamentali degli utenti e capace di incoraggiare uso, studio, modifica, condivisione, senza alcuna restrizione (software libero).

Il decalogo è redatto in accordo con l'Open Access, Open Science, Open Government e gli Open Data e contribuisce agli obiettivi di sviluppo sostenibile . Segue le linee guida dei principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable - https://www.go-fair.org) e CARE (Collective Benefit, Authority to Control, Responsibility, Ethics); è coerente con gli OpenGLAM principles della Open Knowledge Foundation (https://openglam.org/principles/) e gli attuali sviluppi della "Declaration on Open Access for Cultural Heritage" di Creative Commons (https://openglam.org/why/) e con la "Label culture libre" di Wikimedia France https://www.wikimedia.fr/label-culture-libre/ .

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