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Versione delle 09:44, 16 nov 2023
Dottorato in collaborazione con UniMi | |
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Stato in attesa | |
Cartella su Nextcloud | |
Categoria Formazione, Contenuti liberi | |
Partner Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, Dottorato in Scienze Ambientali | |
Ruolo di Wikimedia Italia Ente ospitante | |
Delibere del direttivo delibera del 23 giugno 2023 | |
Inizio Ottobre 2023 | |
Fine Settembre 2026 | |
Budget 10.500 € (3.500 € × 3 anni) | |
Volontari Iolanda Pensa (responsabile tesi per Wikimedia Italia), Fabio Brambilla, Cristian Consonni | |
Referente Wikimedia Italia Dario Crespi | |
Referente esterno Prof. Stefano Trasatti |
A giugno 2023 una proposta di dottorato in collaborazione con l'Università degli studi di Milano e Wikimedia Italia come partner aziendale è stata approvata dalla commissione borse di studio di UniMi; si tratta di poche borse di studio sostenute nell'ambito del decreto ministeriale 118.
La borsa è stata assegnata ad Alessia Minnella, già tirocinante extracurricolare per il progetto Empowering Italian GLAMs.
Progetto di dottorato
Titolo del progetto
Valorizzazione e fruizione sostenibile dei beni culturali nell'epoca della transizione ecologica: Open data e citizen science
Sommario
In conformità con l’articolo 9 della Costituzione (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”), il Codice dei beni culturali e del paesaggio fissa i concetti essenziali relativi alle attività volte al patrimonio culturale italiano, ossia valorizzazione, conservazione e tutela[1].
Nel 1972, l’UNESCO ha adottato la Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale dell’umanità, incoraggiando la cooperazione internazionale per la sua conservazione e identificando i siti maggiormente a rischio[2]. Ad oggi, la medesima tematica è presente nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile firmata nel 2015 da 193 Stati membri dell’ONU. L’Agenda definisce i “17 Sustainable development goals” da perseguire per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile, nei quali, al punto 11.4, viene sottolineata la necessità di potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo[3].
Il cambiamento climatico rappresenta, ad oggi, una minaccia significativa per il patrimonio culturale che, in quanto testimonianza di civiltà, storia e cultura, deve essere costantemente oggetto di tutela. L’innalzamento della temperatura, le alluvioni e l’inquinamento atmosferico, sono solo alcuni degli effetti del fenomeno le cui conseguenze dirette sono da ricercare nel contesto culturale nelle aree archeologiche, sui monumenti e nelle città d’arte. L’alterazione dell’ambiente di conservazione dei beni a causa del cambiamento climatico determina un’accelerazione dei processi di deterioramento che incidono sull’aspetto superficiale e strutturale del manufatto. Da qui emerge, quindi, la necessità di un’analisi della vulnerabilità dei beni culturali e, di conseguenza, del rischio di degradazione e alterazione del bene al quale si va incontro, in relazione alla pericolosità del fenomeno connesso[4]. Obiettivo principale per garantire la conservazione del patrimonio è, quindi, individuare i parametri chimico-fisici e biologici che impattano sull’interazione del bene con l’ambiente e controllarne gli effetti ad essi associati.
L’implementazione di una conservazione sostenibile e l’adozione di tecnologie innovative per il monitoraggio e la prevenzione dei danni nella gestione del patrimonio culturale risulta, quindi, di fondamentale importanza nell’ottica della transizione ecologica nell’ambito del settore culturale.
Il progetto proposto mira a sviluppare una comprensione approfondita delle pratiche di Open Access nel contesto dei beni culturali e della odierna transizione ecologica, ponendo come principi cardine l’accessibilità ai dati, la partecipazione delle comunità e la sostenibilità ambientale in riferimento alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale. Attraverso un approccio interdisciplinare, il progetto si pone nell’ottica di sviluppare strategie e modelli sostenibili inerenti alla fruizione e all’ampia diffusione del patrimonio culturale, producendo casi studio ed intrecciandosi con la consapevolezza comune dell’importante e, ad oggi, fondamentale tematica del cambiamento climatico.
Lo studio si focalizzerà sull’importanza della digitalizzazione del patrimonio culturale, intesa come punto di partenza per l’approfondimento della ricerca scientifica nell’ambito dell’esperienza museale, nell’ottica di un migliore e più forte dialogo tra il mondo della ricerca ed il museo[5] e della conservazione preventiva[6]. Lo studio verterà, parallelamente, anche sulla diagnostica dei beni culturali, intesa come strumento di indagine volto alla prevenzione, alla conservazione e alla fruizione del patrimonio culturale.
La digitalizzazione massiva del patrimonio culturale e l’attuale boom della tecnologia digitale multimediale, infatti, favoriscono la conservazione del patrimonio e ne garantiscono l'accessibilità per un periodo prolungato, così che il patrimonio possa continuare a vivere e la sua eredità possa essere trasmessa alle generazioni future[7]. Un ambiente totalmente sviluppato, collaborativo e strutturato sui principi dell’Open Access può essere considerato, quindi, sia il punto di partenza, che la strategia più efficace da perseguire nell’ottica della salvaguardia e della futura fruizione del patrimonio[8]. La libera accessibilità ai dati scientifici in ambito culturale risulta, infatti, di fondamentale importanza per garantire la diffusione della conoscenza libera[9]. In particolare, l’adozione dello strumento libero CC0 per i dati prodotti e l’utilizzo della doppia licenza CC BY 4.0 e CC BY-SA 4.0 per l’elaborazione della documentazione, sarà alla base della ricerca, nell’ottica di una pubblica trasparenza e riproducibilità scientifica[10].
In merito all’ambito diagnostico, i manufatti presi in esame saranno riferiti ad ambienti di conservazione differenti, per porre a confronto l’azione delle svariate forme di degrado derivanti dalla diversa esposizione. La conservazione preventiva sarà il principio di base per l’identificazione delle condizioni climatiche adatte a salvaguardare il patrimonio culturale e la creazione di nuovi metodi per la protezione delle superfici dei materiali del patrimonio culturale. Una volta compresi i meccanismi di degrado dei manufatti mediante analisi chimico-fisiche derivanti dalla prevista attività di laboratorio, il progetto sarà successivamente indirizzato alla stesura di strategie e metodi di conservazione atti ad implementare risposte gestionali appropriate al fine di ottenere una corretta conservazione del patrimonio culturale indoor e outdoor. Inoltre, per un’analisi più approfondita, verranno elaborati dei casi studio specifici per ogni ambito di analisi dei manufatti presi in esame.
A partire dall’approfondimento della documentazione esistente in materia e attraverso le analisi chimico-fisiche per la diagnostica dei beni culturali, il progetto prevede, quindi, la condivisione dei dati ottenuti dalla ricerca e la partecipazione attiva delle comunità, attraverso: sintesi e analisi dei risultati ottenuti, valutazione dell’impatto dell’Open Access sui dati dei beni culturali (Open data)[11] ed ambientali, elaborazione di casi studio per la ricerca, applicazioni pratiche dei risultati nei contesti dei casi studio esaminati, indicazioni di possibili sviluppi futuri per la ricerca.
L’indagine che sta alla base del progetto di ricerca verterà, quindi, principalmente sui seguenti punti:
- analisi dell’esperienza museale nell’ottica di un approfondimento della comunicazione e dell’informazione in ambito culturale (valorizzazione e fruizione dei beni culturali);
- analisi degli effetti del cambiamento climatico contestualizzato ad opere esposte in ambienti indoor ed outdoor e definizione di strategie destinate alla tutela del patrimonio (transizione ecologica);
- accessibilità e condivisione dei dati scientifici inerenti al patrimonio culturale, in vista della riproducibilità scientifica (Open Data);
- partecipazione attiva da parte delle comunità (Citizen science).
Il progetto di ricerca prevede la sua realizzazione su scala nazionale, ma si arricchirà con un’esperienza internazionale frutto della collaborazione con Wikimedia Italia. La collaborazione potrebbe essere intrapresa in Svezia, Germania e Olanda, tutte attualmente attive nell’ambito del monitoraggio sull’impatto della sostenibilità ambientale e rivolte alle pratiche dell’Open Access nei contesti museali. In particolare, le città di interesse potrebbero essere, rispettivamente:
- Stoccolma, dove ha sede Wikimedia Svezia, la quale vanta una specifica esperienza nella creazione e nel sostegno di strumenti per il caricamento di Open cultural data e di archivi e banche dati e che sviluppa, inoltre, strumenti per il monitoraggio del riuso di Open data;
- Berlino, dove ha sede Wikimedia Germania, ossia l’istituzione che ha progettato Wikidata e che ha attività pionieristiche su apertura dei dati di istituzioni culturali e potenziamento di contenuti liberi sui temi della sostenibilità e del cambiamento climatico;
- Amsterdam, dove ha sede Wikimedia Paesi Bassi, che ha maturato una delle più lunghe esperienze di collaborazione tra le comunità dei progetti liberi e le istituzioni culturali; i volontari del suo capitolo sono gli iniziatori di Wiki Loves Monuments, il più grande concorso al mondo di fotografie del patrimonio culturale rilasciate con licenza libera. Inoltre, dall'Università di Rotterdam, Trilce Navarrete, un’esperta nella valutazione dell’impatto economico dell’open access sui musei del mondo, ha sviluppato un noto caso studio focalizzato anche sul MET Metropolitan Museum di New York[12].
Obiettivi e rilevanza dei risultati ottenibili nel contesto dello stato dell’arte
Il presente progetto si pone l’obiettivo di fornire risultati concernenti gli ambiti delle scienze ambientali, nell’ottica di un approfondimento sull’odierna transizione ecologica e sul patrimonio culturale italiano, con una specifica attenzione ai materiali che lo costituiscono. I campi di indagine avranno come fulcro comune gli Open Data, dati liberamente utilizzabili e riutilizzabili secondo le indicazioni specificate nella licenza d'uso (strumento libero CC0 e licenze libere CC BY 4.0 e CC BY-SA 4.0), ed il coinvolgimento attivo e diretto delle comunità (secondo il principio della citizen science).
Lo studio avrà come punto di partenza l’analisi dell’attuale stato dell’arte, comprendente la revisione e l’approfondimento della letteratura esistente e degli studi precedenti in materia di patrimonio culturale insieme a tematiche inerenti al cambiamento climatico e alla transizione ecologica. Sarà di particolare interesse, inoltre, l’indagine riguardante il contributo dell’Open Access e degli Open Data in ambito culturale e l’approfondimento sulle attuali policies esistenti in materia.
Seguirà, inoltre, l’individuazione dei dataset esistenti in ambito di sostenibilità ambientale e beni culturali e la successiva indagine sui dataset riguardanti le tematiche ambientali e del cambiamento climatico con specifica attenzione al contesto italiano.
Oggetto di analisi sarà anche la digitalizzazione, come forma di preservazione e conservazione dei beni culturali fruibili alle nuove generazioni, nell’ottica di un’indagine volta ad approfondire l’esperienza museale del visitatore. Saranno, quindi, analizzate le tecniche volte alla produzione di dati per il coinvolgimento del pubblico museale, a partire dall’analisi di protocolli o dataset esistenti in letteratura. L’obiettivo è approfondire le esperienze museali e porre le basi per le metodologie da implementare, a partire dal coinvolgimento e dalla partecipazione attiva delle comunità.
Allo scopo di ottenere dati sulla conservazione dei materiali costituenti i beni culturali presi in esame, verrà integrata un’attività sperimentale, attraverso la quale saranno applicate specifiche metodologie e tecniche chimico-fisiche. L’attività di laboratorio si concentrerà prevalentemente sull’analisi dei fenomeni di degrado riscontrati sui manufatti oggetto di indagine, che sono strettamente correlati a parametri ambientali quali la temperatura, l'umidità, la radiazione, la quantità di pioggia, il vento, il particolato e l'inquinamento atmosferico, quest'ultimo derivante dall'enorme quantità di emissioni associate all'attività umana. A partire dalla letteratura esistente in materia ed applicando protocolli specifici ai casi oggetto di indagine, saranno analizzati i parametri climatici e di inquinamento atmosferico che possono influenzare le perdite di materiale, le variazioni superficiali e le loro relazioni. Verranno, quindi, valutati i dati derivanti dall’analisi dello stato di conservazione dei beni culturali in relazione al cambiamento climatico, con un successivo monitoraggio volto ad indagare le differenze tra il patrimonio outdoor e quello indoor, relativo alle sale espositive dei musei e dei depositi.
Inoltre, a partire da protocolli esistenti, saranno previste fasi di monitoraggio e di misurazioni microclimatiche degli ambienti di conservazione del patrimonio culturale[13] oggetto di studio, principalmente in riferimento ai depositi museali (con particolare attenzione ai parametri di: umidità, temperatura ed illuminazione, analisi della corrosione e dell’attività microbiologica). Il monitoraggio microclimatico, inoltre, sarà analizzato nell’ottica di una valutazione della sostenibilità del deposito museale.
Verranno, inoltre, elaborate strategie e tecniche pratiche per le istituzioni, gli enti culturali e le università fondate su sostenibilità, accessibilità e collaborazione, allo scopo di proporre modelli concretamente applicabili alle diverse realtà coinvolte nella ricerca.
Gli strumenti su cui si baserà la presente ricerca saranno, quindi: digitalizzazione dei beni culturali, Open data, citizen science, Wikidata e Wikimedia Commons come banche dati dei progetti Wikimedia rispettivamente per dati strutturati ed immagini, OpenStreetMap come database geografico e per la mappatura, OpenRefine come applicazione open source per la pulizia e trasformazione dei dati in altri formati, tecniche d’indagine diagnostica del patrimonio culturale applicate mediante analisi chimico-fisiche.
Saranno realizzati casi studio sul territorio italiano per approfondire principalmente i fenomeni di degradazione del patrimonio e, in seguito, definire uno specifico intervento di indagine con successiva attuazione di una strategia di conservazione, il tutto destinato ad una concreta fruizione della ricerca scientifica alla collettività. La specifica attenzione ai casi studio può prevedere, inoltre, attività di upload e miglioramento di contenuti con il coinvolgimento delle comunità e dei progetti Wikimedia.
In particolare, la produzione dei casi studio sarà rivolta, in modo eterogeneo, ad una realtà museale, ad un deposito indoor e ad un manufatto outdoor. Il principio di base è che i casi studio possano essere individuati tra gli enti e i beni appartenenti al patrimonio culturale italiano che sono già stati attenzionati dalla ricerca scientifica, in modo da riprendere ed approfondire dati già esistenti come punto di partenza per la presente ricerca.
La realtà museale oggetto di caso studio verrà individuata tra i “Green museums”, musei che si fondano su concetti di sostenibilità ambientale negli ambiti della programmazione, delle operazioni pratiche e nei progetti strutturali[14] (anche in riferimento all’obiettivo 11.4 dell’Agenda 2030, che riguarda la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale del mondo - “Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”). Tra le realtà museali che rientrano nella definizione di Green museums, è possibile individuare e valutare come caso studio il MuSe di Trento, primo museo ecosostenibile italiano che ha ricevuto nel 2013 la certificazione LEED Gold, che, ad oggi, va velocemente affermandosi come nuovo standard mondiale per le costruzioni eco-compatibili. Inoltre, la città di Trento è stata oggetto di indagine sul rischio idrogeologico, i cui dati risultano indispensabili per avere un quadro completo in riferimento alla sostenibilità ambientale dell’intero territorio[15].
Il deposito indoor oggetto di caso studio, invece, potrà essere individuato nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, il quale è distinto da un’ampia varietà di materiali costituenti i beni conservati e riferiti a differenti periodi storici. Il Museo della Scienza ha, inoltre, dal febbraio 2022, messo a pubblica disposizione in forma di Linked Open Data (LOD), i dati relativi ai 20.000 oggetti delle collezioni con licenze libere CC BY-SA 4.0, le cui informazioni possono essere quindi liberamente consultate, utilizzate, riutilizzate e ridistribuite per studio, ricerca, educazione o scopo personale [16]. Il deposito indoor sarà, inoltre, sede del monitoraggio microclimatico ambientale, in vista della valutazione inerente alla sostenibilità ambientale.
In merito al manufatto outdoor oggetto di caso studio, è possibile considerare un bene in cui è evidente l’impatto dell’inquinamento atmosferico e del degrado derivante dal cambiamento climatico. Tra i beni potrà essere oggetto di studio la Statua di San Carlo Borromeo, statua colossale situata ad Arona nella località di San Carlo, sul Sacro Monte, eretta tra il 1624 e il 1698 su disegno di Giovanni Battista Crespi; ma anche, in alternativa, il Monumento ad Alessandro Manzoni, una statua in bronzo di Francesco Barzaghi eretta nel 1883 in piazza San Fedele a Milano di fronte alla chiesa.
L’esperienza all’estero della durata di 6 mesi potrà arricchire il progetto di ricerca con metodologie e strategie di indagine sviluppate principalmente dalla comunità di Wikimedia. L’approfondimento sarà volto alle tematiche di sostenibilità negli ambienti museali e all’approccio all’Open Access da parte degli enti culturali esteri.
I dati scientifici prodotti dalla presente ricerca, nell’ottica di un’interoperabilità tra il progetto accademico e Wikimedia, verranno condivisi sulle piattaforme adibite alla conoscenza libera (con specifica attenzione a Wikidata e OpenStreetMap).
Descrizione del progetto
Il progetto si completerà nell’arco di tre anni e le diverse attività di cui è composto sono elencate di seguito:
Attività 1, da ottobre 2023 a dicembre 2023: analisi dell’attuale stato dell’arte, mediante ricerca della bibliografia necessaria, analisi policies, protocolli e dataset esistenti in materia di transizione ecologica, sostenibilità e patrimonio culturale:
- individuazione di relazioni tra stato di conservazione del patrimonio culturale e cambiamento climatico;
- approfondimento sulla presenza di eventuali piani di indagine realizzati dalle istituzioni ed analisi di dataset riguardanti le tematiche ambientali e del cambiamento climatico con specifica attenzione all’Italia (indagine basata sul modello di ricerca di Synapta sui dati culturali delle pubbliche amministrazioni mediante l’uso degli Open Data: “Cultural Heritage Data”).
Attività 2, da gennaio 2024 a marzo 2024: identificazione delle sfide e delle opportunità legate al libero accesso ai dati delle risorse culturali, ponendo l’accento sui progetti Wikimedia e OpenStreetMap; analisi esperienza museale e approccio agli Open Data, con partecipazione attiva e concreta delle comunità, mediante attività quali:
- sondaggi sulle esperienze museali vissute;
- editathon volti all’aggiornamento di progetti Wikimedia (es. pagine Wikipedia di beni e/o enti culturali);
- mappatura dei manufatti outdoor oggetto di indagine su OpenStreetMap e Wikidata;
- mappatura degli interni degli edifici oggetto di indagine su OpenStreetMap e Wikidata;
- mappatura del degrado fisico, chimico, biologico o antropico dei manufatti outdoor allo scopo di aggiornare i dati relativi all’evidente stato di conservazione.
Attività 3, da aprile 2024 a giugno 2024: individuazione e sviluppo del piano di lavoro per le attività volte all’analisi delle realtà costituenti i casi studio, con successivi sviluppo e analisi letteratura, dataset e protocolli riguardanti i casi studio, ossia:
- realtà museale da individuare tra i Green Museums: MuSe di Trento;
- deposito indoor: deposito del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano o Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Roma;
- manufatto outdoor: Statua di San Carlo Borromeo, Monumento ad Alessandro Manzoni.
Attività 4, da giugno 2024 a giugno 2025: definizione di attività di laboratorio beni indoor e outdoor: campionamento e analisi dei dati ottenuti in relazione al cambiamento climatico, attraverso l’applicazione di metodologie chimico-fisiche (es. mediante Microscopia elettronica a scansione - SEM - per l’analisi sulla morfologia microstrutturale dei beni, Spettroscopia infrarossa e Raman per l’analisi sull’eventuale presenza di prodotti chimici di degrado, Fluorescenza a raggi X – XRF - per la determinazione della composizione elementale di prodotti di degrado in maniera non invasiva, Diffrazione a raggi X –XRD – per l’identificazione delle strutture e delle fasi dei materiali cristallini, Cromatografia liquida – HPLC – per la rilevazione di prodotti di degrado correlabili al cambiamento climatico, Ion Beam Analysis per l’analisi di manufatti metallici, ecc...).; monitoraggio ambientale del deposito indicato come caso studio, nell’ottica della sostenibilità ambientale.
Attività 5, da giugno 2025 a gennaio 2026: sviluppo di strategie utili alle istituzioni per il monitoraggio ambientale, l’analisi della sostenibilità e l’Open Access: elaborazione di strategie e tecniche pratiche per le istituzioni, gli enti culturali e le università fondate su sostenibilità, accessibilità e collaborazione. L’elaborazione sarà volta a proporre modelli concretamente applicabili alle diverse realtà, allo scopo di autovalutazione e/o di condivisione di informazioni e consigli pratici in relazione ai principi di sostenibilità ambientale degli spazi museali e Open Access applicabile alla documentazione e ai dati prodotti dai musei.
Attività 6, da gennaio 2026 a giugno 2026: esperienza all’estero della durata di 6 mesi presso le città di Stoccolma e/o Berlino e/o Amsterdam per approfondimento delle tematiche di sostenibilità negli ambienti museali e approccio all’Open Access da parte degli enti culturali esteri.
Attività 7, da giugno 2026 a ottobre 2026: conclusione analisi ed elaborazioni dati per sviluppi futuri della ricerca.
Bibliografia
- ↑ Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.
- ↑ UNESCO, “Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale”, 1972.
- ↑ ONU, “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, 2015.
- ↑ K. Fabbri, A. Bonora, “Two new indices for preventive conservation of the cultural heritage: Predicted risk of damage and heritage microclimate risk”, Journal of Cultural Heritage, 2021.
- ↑ G. Semeraro, P. Lops, M. De Gemmis, C. Musto, F. Narducci, “A folksonomy-based recommender system for personalized access to digital artworks”, Journal on Computing and Cultural Heritage, 2012.
- ↑ Cinda Anna May (Cunningham Memorial Library, Indiana State University, Terre Haute, Indiana, USA), “InDiPress: a statewide collaborative approach to digital preservation”, 2017.
- ↑ M. R. Reshma, B. Kannan, V.P. Jagathy Raj, S. Shailesh, “Cultural heritage preservation through dance digitization: A review”, Digital Applications in Archaeology and Cultural Heritage, 2023.
- ↑ Alves, É. P., Burley, P. R., De Lima et al., “The Technical Infrastructure of Cultural Initiatives on Wikimedia: Three Case Studies From Brazil”, ESSACHESS – Journal for Communication Studies, 2022.
- ↑ Jaione Korro Bañuelos et al. “The Role of Information Management for the Sustainable Conservation of Cultural Heritage”, 2021.
- ↑ R. Morrison, “Energy system modeling: Public transparency, scientific reproducibility, and open development”, Energy Strategy Reviews, Elsevier, 2017.
- ↑ J. Marden, C. Li-Madeo, N. Whysel, J. Edelstein, “Linked open data for cultural heritage: evolution of an information technology”, ACM International conference on Design of communication, 2013.
- ↑ T. Navarrete, E. Villaespesa, “Digital Heritage Consumption: The Case of the Metropolitan Museum of Art”, In International Journal for Digital and Public Humanities magazén, 2020.
- ↑ Dario Camuffo, “Microclimate for Cultural Heritage Conservation, Restoration, and Maintenance of Indoor and Outdoor Monumentsultural Heritage”, 2014, New York.
- ↑ Brophy, Sarah S., Wylie, Elizabeth, “The Green Museum: A Primer on Environmental Practice”, 2008.
- ↑ https://www.alpine-space.eu/project/cheers.
- ↑ https://dati.museoscienza.org/lod.