Bando musei archivi biblioteche 2024/Relazioni finali
Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani
ITET Aldo Capitini Perugia
Il progetto "L'erbario storico di Giuseppe Frizzi: un patrimonio floristico umbro e nazionale da preservare" promosso dall'Istituto Tecnico Economico Tecnologico (ITET) "Aldo Capitini" di Perugia ha prodotto un catalogo scientifico digitale di una parte consistente dell'Erbario Frizzi. Valida testimonianza di Hortus siccus (raccolta di piante pressate, seccate e fissate su fogli di carta), l'Erbario Frizzi risale alla fine del XIX secolo. E stato costruito dal Prof. Giuseppe Frizzi, appassionato botanico e preside dell'Istituto Tecnico Commerciale (ITC) "Vittorio Emanuele II" di Perugia dal 1881 al 1897, con lo scopo di collezionare e catalogare campioni vegetali del territorio umbro, nazionale e internazionale secondo criteri scientifici. La porzione perugina dell'Erbario Frizzi è attualmente conservata presso la Biblioteca dell'ITET "Aldo Capitini". Si compone di oltre 3.000 esemplari suddivisi in 663 specie e 37 famiglie. I campioni vegetali sono confinati in un locale protetto dell'Istituto dotato di impianto di climatizzazione. La temperatura ambientale è mantenuta costante a 16 °C per conservare l'integrità dei campioni ed evitarne il deterioramento.
Il progetto si è articolato in nove azioni: (1) spacchettamento e verifica dei campioni vegetali; (2) identificazione dei campioni vegetali; (3) sterilizzazione con il freddo; (4) fotografia; (5) produzione; (6) post-produzione; (7) indicizzazione; (8) disseminazione dei risultati del progetto; (9) comunicazione degli interventi progettuali.
Le azioni di spacchettamento, verifica e identificazione sono state svolte dalla Dott.ssa Silvia Marrapodi sotto la supervisione scientifica della Prof.ssa Daniela Gigante del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia. Alla Dott.ssa Martina Properzi, ricercatrice accademica e professionista nella tutela e valorizzazione dei beni culturali, è stata affidata la realizzazione delle azioni di sterilizzazione, fotografia, produzione, post-produzione, indicizzazione, disseminazione e comunicazione.
Segnatamente, nel presente ambito progettuale, la Dott.ssa Marrapodi si è occupata de - lo spacchettamento delle cartelle in ambiente confinato; - il controllo di eventuali problematiche di conservazione e isolamento dei campioni vegetali che presentano delle problematiche da esaminare; - l'identificazione dei campione vegetale con l'ausilio di guide botaniche e interpretazione della metodica adottata per la suddetta identificazione; - la revisione critica dei campioni identificati con l'ausilio di recenti studi botanici (aggiornamento della nomenclatura secondo le vigenti norme); - l'interpretazione di eventuali note presenti (altitudine, esposizione, substrato geologico, tipo di vegetazione circostante, caratteri ambientali generali, livello di antropizzazione, ecc.) per mappare i luoghi di raccolta e testimoniare l'esistenza di tali piante nelle località di raccolta.
La Dott.ssa Properzi ha effettuato - la sterilizzazione con il freddo dei campioni vegetali (— 2/3 °C per 7 giorni/6 mesi); - l'allestimento del set fotografico e preparazione della tecnologia; tests su colore, luce e nitidezza della fotografia con profilazione di ripresa; — primi scatti e la verifica preliminare dei risultati della fotografia; - la riproduzione dei campioni vegetali in formato ad alta definizione Raw;- aggiustamenti di luce, colore e nitidezza delle immagini; - l'apertura dei files Raw e generazione files in formato TIFF senza compressione (70mb circa), JPEG compresso; - la creazione di una base dati mediante tecnologia MySql; l'associazione di dati alfanumerici relativi all'unità archivistica/campione/specie/famiglia e alla sequenzialità dei files; - la creazione di cartelle; - la redazione di liriee guida per un'archiviazione idonea dei contenuti prodotti (schede scientifiche e immagini); - il caricamento su Wikimedia Commons degli oggetti digitali; - la comunicazioni degli interventi progettuali (networking, preparazione del materiale divulgativo e del materiale di presentazione dei risultati progettuali); l'organizzazione dell'evento di presentazione pubblica dei risultati del progetto; — relazioni esterne (contatti con l'ente finanziatore e con gli enti collaboratori).
Per rappresentare la più ampia varietà vegetale possibile, si è scelto di selezionare le cartelle con il minor numero di esemplari. E stato raggiunto il numero di 103 campioni. Sono stati scelti per la classificazione i campioni vegetali in migliore stato conservativo. Durante il controllo visivo, è stato riscontrato un ottimo stato conservativo della maggior parte dei campioni. Il riconoscimento dei suddetti si è basato su targhette identificative poste nell'angolo inferiore destro oppure al centro del taglio inferiore di ogni foglio, indicanti importanti informazioni botaniche. L'identificazione è stata effettuata attraverso l'uso di uno stereoscopio LEICA EZ4HD, un microscopio dotato di coppie di obiettivi e oculari che lavorano simultaneamente creando una visione 3D, la quale consente di ottenere una visione ingrandita del campione, quindi di osservarne le principali caratteristiche. Oltre allo stereoscopio, il progetto ha previsto l'adozione di guide botaniche aggiornate (Pignatti 1982; Portale Flora d'Italia (https://dryades.units.it/floritaly/index.php)).
Su un file Excel sono state riportate tutte le informazioni di rilievo tratte dalle targhette delle specie identificate. Per evitare l'insorgenza di attacchi parassitari di origine animale e vegetale, ogni sei mesi i campioni vegetali sono a rotazione trasferiti in una cella freezer alla temperatura di —2/3 °C per un periodo di circa 7/8 giorni.
La fotografia dei campioni selezionati è stata effettuata all'incirca in concomitanza con l'azione di spacchettamento e verifica (maggio-settembre 2024). Ci si è avvalsi di un dispositivo di ultima generazione (Samsung Galaxy Tab S5e, Display 10.5, Wi-Fi, Posteriore Webcam Risoluzione 13MP) e di un Ring Light, un anello luminoso a LED con treppiede e supporto per il dispositivo. Per la produzione e la post-produzione del materiale fotografico è stato adottato il programma GIMP 2.10. I campioni vegetali sono stati digitalizzati con il software DigitArch realizzato con tecnologia Open Source PHP MySql. Il sistema informatico è composto da una Web Application, una Progressive Web App e un sistema di REST API. La componente Web Application imposta autonomamente criteri di classificazione e risposte per ogni criterio, censisce le schede tramite l'inserimento di contenuti scientifici e delle immagini digitalizzate ed effettua ricerche attraverso filtri dinamici impostati in base ai criteri di classificazione. La componente Progressive Web App acquisisce e ottimizza le immagini da associare alle schede della collezione. La componente REST API consente di fruire su richiesta l'informazione digitalizzata, abilitando l'utilizzatore con specifiche di accesso. La suddetta componente fornisce anche il manuale peri metodi REST utilizzabili.
I risultati progettuali (103 schede digitali con associate ad ogni scheda dati scientifici e 2 fotografie, una generale e una di dettaglio) sono stati disseminati tramite contatti diretti stabiliti con i gruppi di ricerca del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell'Università degli Studi di Perugia e dell'Orto Botanico e Herbarium dell'Università di Catania. Il direttore del gruppo di ricerca catanese, Prof. Gianpietro Giusso del Caldo, parteciperà insieme a rappresentati delle istituzioni culturali cittadine, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia e del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell'Università degli Studi di Perugia all'evento di presentazione pubblica dei risultati progettuali.
L'evento si terrà il 25 novembre presso la Sala Auditorium della Fondazione "Istituto di Formazione Culturale S. Anna" di Perugia (Viale Roma 15 - 06121 Perugia).
Biblioteche di ateneo UniUrb
Biblioteca arcivescovile Annibale De Leo
Il progetto portato avanti dalla biblioteca pubblica arcivescovile "A. De Leo" ha previsto la schedatura e digitalizzazione di due fondi rari e importanti che fanno parte il primo della pregevole raccolta di manoscritti (400) e il secondo del patrimonio dei libri antichi, tutti custoditi nella Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "Annibale De Leo".
Il primo riguarda i codici miniati pergamenacei e ne raccoglie 8 dal XIII al XV secolo. Si tratta di codici restaurati, scritti in carattere gotico italiano, di circa 600 carte l'uno e di contenuto vario: dall'agiografico al geografico, dal letterario al giuridico. Particolari sono le piccole mani disegnate, dette "maniculae", risalenti al XVI secolo, lungo i margini del testo con funzione di Nota Bene per evidenziare una parola o una frase. Splendide sono poi le miniature prodotte da più mani, che per la loro diversa tipologia artistica sono attribuibili a uno stile sia bizantino che giottesco. Fra gli altri codici pergamenacei paiono di rilevante interesse il Decretum Gratiani, redatto fra XIII e XIV secolo, il codice più antico conosciuto al mondo che presenta le mappe mentali, e le Postillae super Ysaiam di Alessandro di Hales, attribuibile al XIV secolo, opera mai stampata di cui esistono due soli altri esemplari conservati all'Ambrosiana di Milano e ad Oxford.
Il secondo fondo che è stato interessato dal progetto presentato dalla biblioteca è quello degli incunaboli (testi a stampa della metà del XV secolo): la biblioteca ne conserva 18, tra i quali il libro di maggior pregio secondo Dennis E. Rhodes, direttore della British Library di Londra, alla cui ricchissima raccolta mancano 4 dei testi conservati a Brindisi, è il Confessionale Defecerunt, di Sant'Antonino arcivescovo di Firenze, stampato in Italia, in un luogo e in una tipografia non precisati, nel 1472 di cui si conoscono solo altri 15 esemplari. Raro è anche il De Situ Orbis di Zacharias Lilius stampato a Napoli nel 1496, le Quaestiones de potentia Dei di San Tommaso d'Aquino che presentano a margine postille a mano di San Lorenzo da Brindisi e il De re militari del Vegetius che contiene un ritratto di Leone X e disegni su Alessandro VI ed il duca Valentino. Le S. Epistolae di Hieronymus a cura di Joannes Andreae, vescovo di Aleria (Roma, 1470) è il più antico posseduto dalla biblioteca e proviene dal convento dei cappuccini di Brindisi come da nota di possesso su pagina iniziale.
Il progetto prevedeva 17 incunaboli, ma nel frattempo la biblioteca è venuta in possesso di un diciottesimo testo il Plutarco, Vitae illustrium virorum, (Venezia: Giovanni Ragazzo, a spese di Lucantonio Giunta, 7 dicembre 1491). L'edizione ha 290 carte. Il testo di Plutarco fu tradotto dal greco il latino da varie mani. Giovanni Ragazzo stampò cinque libri con la sua firma (forse qualche libro in più stampato senza nome del tipografo) fra l'ottobre 1490 e il luglio 1492. A piede della carta a 2, intorno allo scudo vuoto che fa parte alla cornice, si vedono scritte a mano le parole "Gualteria insignia" e qualcuno ha cominciato a disegnare le armi.
Anche questo testo, fuori progetto è stato digitalizzato, schedato e messo a completa disposizione dei progetti Wikimedia come scheda e digitalizzazione. Gli otto codici miniati e diciotto rari incunaboli di proprietà dell'ente fino ad oggi non erano stati mai digitalizzati e per tali testi era possibile solo la consultazione in loco.
Biblioteca di economia e management UniTo
Il progetto della BEM ha previsto l’impiego di tre piattaforme dell’ecosistema Wikimedia (Wikipedia, Wikimedia Commons e Wikisource) e si è sviluppato lungo due linee progettuali. 1. Documentazione e valorizzazione dell’edificio storico dell'ex Istituto Regio per la Vecchiaia (IRV), a Torino conosciuto come "Poveri Vecchi". 2. Valorizzazione di figure accademiche di economisti del primo Novecento che hanno rivestito un ruolo importante per la ex Facoltà di Economia della città.
LINEA PROGETTUALE 1
- Wikipedia
- Creazione ex novo della voce Wikipedia dedicata al Complesso ex IRV attraverso la raccolta di documentazione e riferimenti bibliografici: w:it:Regio_Istituto_di_Riposo_per_la_Vecchiaia ;
- Revisione e validazione del contenuto della sottovoce, già esistente, relativa al Complesso ex IRV, all’interno della voce Wikipedia dedicata al quartiere Santa Rita di Torino: w:it:Santa_Rita_(Torino)
- Wikimedia Commons
Caricamento su wikimedia commons di immagini storiche e contemporanee del complesso IRV commons:Category:Palazzo_dei_Poveri_Vecchi_di_Torino
Per le immagini storiche reperite da archivi e istituzioni terze, è stata condotta una verifica dello stato dei diritti per assicurare la loro idoneità alla pubblicazione su Wikimedia Commons. In un caso è stato stipulato un accordo specifico, in virtù del quale è stato possibile pubblicare i disegni originali dell'edificio, di Crescentino Caselli, custoditi all’Archivio di Stato Sezioni riunite di via Piave presso il Fondo Franco Rosso, insieme a una serie di fotografie d’epoca: Stipula di un Accordo Quadro per lo svolgimento di attività di ricerca su progetti di rilevanza scientifica tra l’Archivio di Stato di Torino e i dipartimenti Esomas e Management “Valter Cantino” dell’Università di Torino.
Affidamento di un Servizio fotografico e riprese video dell’edificio ex IRV Sono stati affidati al fotografo professionista Paolo Formica un servizio fotografico e riprese video, finalizzati a documentare e valorizzare le aree interne ed esterne dell’edificio storico ex IRV. I materiali prodotti sono stati rilasciati con licenza CC-BY-SA 4.0, favorendo così la massima diffusione e utilizzo pubblico. La consegna ha incluso:
- Circa 500 fotografie in alta risoluzione, adatte per stampe di qualità, e in bassa risoluzione, ottimizzate per l'uso su web e social media. Di queste, 150 fotografie in alta risoluzione, sono state caricate su Wikimedia Commons.
- Un video di 2 minuti e 28 secondi, in formato orizzontale 16:9, che include riprese aeree con drone e scene girate sia all'interno che all'esterno dell'edificio. Su Wikimedia Commons sono stati caricati, sia il video, sia le riprese aeree con il drone, relative sia agli spazi interni che esterni, utilizzate nella produzione del video, per un totale di 70 minuti di materiale video (1 h e 10 minuti).
LINEA PROGETTUALE 2
- Digitalizzazione e pubblicazione su Wikisource
Opere digitalizzate e rese disponibili su Wikisource: 11 volumi dello storico ed economista Giuseppe Prato, appartenenti al "Fondo Prato" della Biblioteca di Economia e Management. Le opere digitalizzate sono in pubblico dominio e accessibili online.
- Realizzazione di voci su Wikipedia
Grazie alla collaborazione delle operatrici del Servizio Civile Universale e degli studenti e studentesse del Liceo D’Azeglio di Torino e del Liceo Economico Sociale di Pinerolo, coinvolti nel PCTO "Scrittura collaborativa, cultura digitale e educazione alla cittadinanza", sono state individuate figure accademiche dell'Università di Torino, le cui voci su Wikipedia erano inesistenti o solo abbozzate. Le voci arricchite o create ex novo riguardano le figure di:
- w:it:Piero Gribaudi: docente di Geografia Economica dal 1907 al 1949. La voce, che era solo abbozzata, è stata arricchita.
Voci create ex novo:
- w:it:Arrigo Bordin: Professore di Economia Politica dal 1938.https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Erkappa_89/Sandbox3
- w:it:Dino Gribaudi: Professore di Statistica dal 1949.https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Mnerozzi1/Sandbox#Opere
- w:it:Mario Abrate: Professore ordinario e, dal 1978, Preside della https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Aury.2504/Sandbox3 Facoltà.
- w:it:Germana Conti Muttini: prima donna Preside della Facoltà di Economia e Commercio.https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Beatrice.suella/Sandbox4
La voce su w:it:Giuseppe Prato, già redatta in un precedente PCTO, è stata ulteriormente arricchita con collegamenti alle sue opere digitalizzate, ora disponibili su Wikisource.
- Evento conclusivo
Titolo evento: “I poveri vecchi. Viaggio nel tempo” L'evento conclusivo, che si è svolto il 12 settembre ed è stato aperto alla cittadinanza, è stata l’occasione per presentare i risultati del progetto, aumentare la consapevolezza sul valore storico e simbolico di uno spazio urbano importante ma poco conosciuto, e far conoscere i progetti Wikimedia, sottolineando l'importanza di rendere accessibile e diffondere in rete il patrimonio culturale.
Settore biblioteche e welfare culturale Comune di Bologna
Museo di storia naturale UniPi
Musei di strada nuova
Dipartimento di storia culture religioni arte spettacolo de La Sapienza
L’archivio al centro di questo progetto è un insieme di fotografie originariamente di proprietà di Luigi Maria Ugolini, la gran parte delle quali da lui scattate. Luigi Maria Ugolini è stato un celebre archeologo italiano del periodo fascista, scomparso nel 1936, prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Inviato dal governo fascista in Albania e a Malta, con un’agenda politica importante, riuscì con il suo appassionato lavoro a imprimere una svolta positiva all’archeologia dei due paesi, nonostante lo sfondo politico che il governo italiano voleva per la sua attività. In Albania il suo nome è indissolubilmente legato al centro di Butrinto, la città di virgiliana memoria che contribuì a scoprire e scavare in modo estensivo, e che è oggi riconosciuto Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Il fondo privato raccoglie molti documenti fotografici dei suoi viaggi e soggiorni di studio e formazione, da Roma, Venezia, a Colonia, Bruxelles, Atene, Micene, Rodi e altre isole dell’Egee, alcune fotografie di famiglie nonché un piccolo insieme di fotografie di reperti provenienti dal santuario preistorico della Panighina, un sito archeologico importante presso la natìa Bertinoro divenuto oggetto della sua tesi di laurea. Il sito era stato indagato da Gherado Ghirardini, il quale diresse, fino alla propria morte nel 1920, il lavoro di Ugolini (poi laureatosi don Pericle Ducati). Il fondo, acquistato privatamente dal prof. Julian Bogdani, è stato donato al Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo della Sapienza Università di Roma.
- Digitalizzazione del Fondo Ugolini Sapienza
Il fondo è stato digitalizzato ad alta risoluzione (600x600 dpi, formato TIFF non compresso) presso i laboratori del Centro di Interdipartimentale Ricerca DigiLab della Sapienza Università di Roma (https://digilab.uniroma1.it/). Dalle immagini originarie (archiviate per la conservazione a lungo tempo in dispositivi di rete e in dispositivi di cold storage) sono poi state ricavate delle copie in formato compresso (JPG), che sono state ritagliate per rimuovere cornici dovute alla digitalizzazione e quindi sono state lavorate in ambito digitale (con software GIMP) per il bilanciamento del contrasti e dei bianchi, in maniera di aumentarne la leggibilità senza cambiare in maniera radicale il cromatismo originario (si tratta esclusivamente di positivi in bianco e nero, ma che riportano stati diversi di ingiallimento).
- Metadatazione del Fondo Ugolini Sapienza
Uno dei processi più lunghi riguarda la metadatazione del fondo, le cui foto solo in rari casi riportano sul retro annotazioni utili alla localizzazione degli oggetti e siti ripresi e quasi mai indicazione dei personaggi che vi compaiono. È stato quindi necessario un lunghissimo lavoro riconoscimento per cercare di riconoscere date, luoghi, eventi, persone riprese che non sempre ha avuto esito positivo. In particolare, è stato abbastanza facile riconoscere foto pertinenti al periodo di studi dello studioso a Roma, nonché foto eseguite durante un viaggio di Ugolini in alcune città europee (vi si riconoscono Colonia, Bruxelles ed Atene) grazie ad una borsa di studio del Ministero degli Affari Esteri Italiano. Infine, vi si riconoscono diversi siti archeologici di primo piano (il Partenone di Atene, l’Acrocorinto, Micene, Rodi, Selinunte, ecc.) e altri (Sifnos e altre isole del Dodecanneso). Interessante, riconoscere una scena di distruzione di un altare anonimo, di una chiesa anonima di Ravenna in seguito — la didascalia riporta — degli eventi della Settimana Rossa del 1914 (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Settimana_Rossa,_1914._Ravenna_- _Archivio_Ugolini_Sapienza.jpg).
Molte foto rimangono ancora anonime, il che spinge a continuare il lavoro sulla metadatazione e pubblicazione nel futuro prossimo (v. infra).
- Pubblicazione del Fondo Ugolini Sapienza
Come da accordi, le foto sono state pubblicate presso Wikimedia Commons, nella [[commons:Category:Sapienza_University_of_Rome_- _Department_of_History,_Anthropology,_Religions,_Arts_and_Entertainment]], corredate da un ragionevole set di metadati che è stati possibile ricostruire con certezza (v. paragrafo precedente). Le foto sono state rilasciate nel Pubblico Dominio, considerata la scomparsa da più di 75 anni del loro autore (1936) con licenza CC 0. Il loro caricamento ha seguito le istruzioni ricevute dai corsi di formazione online offerti da Wikimedia Italia e in line a quelle che sono le pratiche informatiche e di strutturazione di dati richiesti.
È importante sottolineare che questa pubblicazione non deve ritenersi definitiva, in quanto aperta a correzione di informazioni e metadati collaborative, nel pieno spirito della piattaforma, e con il fine di migliorare l’accessibilità, la consultazione e la riusabilità del data set.
Ulteriori forme di pubblicazione sono previste per il futuro. Nello specifico, è previsto la creazione di un’apposita sezione del sito del LAD: Laboratorio di Archeologia Digitale alla Sapienza (purl.org/lad), che faccia da punto di accesso alle relative pagine su Wikimedia Commons.
- Valorizzazione del Fondo Ugolini Sapienza e dell’azione di Wikimedia Italia
Diverse azioni sono attualmente in atto per la valorizzazione del fondo e del contributo di Wikimedia Italia alla sua digitalizzazione e pubblicazione. Nello specifico è in fase finale la preparazione di una mostra per pannelli che a partire proprio dal fondo fotografico racconta la persona e l’archeologo Luigi Maria Ugolini e la storia della sua discussa missione e dei suoi indiscussi risultati, nonché delle attività più recenti che équipe di ricerca italiane — in particolare della Sapienza — stanno svolgendo in Albania, in parte sugli stessi luoghi scoperti, scavati e indagati da Ugolini.
Il valore scientifico e culturale della mostra ha già avuto un riconoscimento scientifico da parte dell’Ambasciata della Repubblica di Albania a Roma, che proprio in occasione delle celebrazioni del Giorno dell'indipendenza dell'Albania ospiterà la mostra presso i propri eventi culturali. Inoltre, la mostra verrà presentata ed esposta nel mese di dicembre presso la Sapienza Università di Roma e verrà introdotta da un evento che prevede la partecipazione della suddetta Ambasciata, della Direzione del Dipartimento SARAS e di studiosi e storici che si occupano dell’archeologia e storia antica e recente del paese. In queste occasioni verrà ribadito il ruolo centrale di Wikimedia Italia per la valorizzazione del fondo.