Utente:Pegasovagante/Relazione ItWikiCon 2017

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Versione del 29 dic 2017 alle 21:20 di Pegasovagante (Discussione | contributi) (→‎11.30 - Wikisource: basi per la contribuzione: curva d'apprendimento; primi passi; importare un nuovo testo; il namespace indice; gli stati d'avanzamento del lavoro; motivazione dei wikisoursiani)
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Avverto che ho preferito indicare le persone per nome utente; nel caso degli utenti di Vikidia e di OSM, ho preferito, quando possibile, il nome dell'utenza globale Wikimedia. Considerato che la Wiki di Wikimedia Italia è pubblicata con licenza CC BY-SA, mi riservo di utilizzare altrove brani di questa relazione, indicando la fonte.

Venerdí 17

11.30 - Visita guidata al laboratorio di digitalizzazione della Biblioteca comunale di Trento

Questo primo momento dell'ItWikiCon 2017 è stato estremamente concreto, confrontandoci colla fisicità di libri rari e in qualche caso antichi, e al tempo stesso suggestivo, invitando a viaggiare nel tempo e nello spazio. Il dispiego di mezzi di un'istituzione pubblica come la Biblioteca comunale di Trento, che dispone di uno scanner planetario (EDT Alpha) e che può far affidamento su volontarî del Servizio civile, oltre che sull'alternanza scuola-lavoro e presso cui opera un wikimediano in residenza, rende palese l'importanza di questo genere di collaborazioni, rese possibili dall'impegno di Wikimedia Italia.

Erano esposti per l'occasione alcuni dei testi che la biblioteca sta digitalizzando per l'importazione su Wikisource; prevalentemente si sono scelti libri rari d'interesse locale, seguendo alcune tematiche. Si tratta fra l'altro di guide storiche della provincia, di autori locali con particolare riguardo alle autrici, degli scritti di Cesare Battisti in occasione del centenario della morte. Un altro filone sono i processi per stregoneria; è stato possibile vedere la raccolta di manoscritti contenente fra l'altro i verbali di un processo e altre testimonianze dell'epoca. Si è fatto cenno alle problematiche paleografiche, filologiche e di critica testuale che comporta la lettura e la trascrizione di questi documenti.

Inoltre è stato mostrato uno dei cinque volumi della raccolta cartogrfica che la Biblioteca sta digitalizzando e caricando su Commons. Dato il grande formato delle carte, la digitalizzazione non può avvenire tramite uno scanner convenzionale, ma è necessario il cosiddetto scanner planetario, dispositivo che comprende una fotocamera professionale montata su una sorta di cavalletto e un'illuminazione laterale che evita il riflesso. Il volume viene disposto orizzontalmente, aperto verso l'alto ed eventualmente appoggiato su opportuni spessori, perché la doppia pagina coll'immagine risulti orizzontale. Si può ricorrere a una lastra di vetro per distendere le pagine, minimizzando lo scorcio e l'ombra in corrispondenza della rilegatura; in tal caso l'illuminazione viene opportunamente regolata per evitare il riflesso. L'apparecchiatura è completata dai collegamenti fra il computer e gli altri dispositivi e dal necessario software.

Particolare cura è dedicata alla qualità dell'immagine a colori, per cui si sceglie una risoluzione molto alta. Il criterio adottato è d'avvicinare il piú possibile il fruitore dell'immagine digitale alla fisicità dell'oggetto originario, per cui si evitano ritocchi e si cerca di riprodurre il colore originario della carta, comprese macchie e fioriture eventuali.

La visita, curata da EusebiaP e Afnecors, è stata seguita con vivo interesse dai partecipanti, che hanno formulato domande e osservazioni.

14.30 - Benvenuto e presentazione

Sono intervenuti: CristianNX, Jaquen, Yiyi e Civví.

15.00 - Bot Workshop 1

La prima parte del laboratorio, tenuto da Valerio Bozzolan, è stata preceduta da un'introduzione sull'utilità dei bot, sulle particolarità del loro utilizzo e sulle cautele da adottare.

Un bot serve per svolgere operazioni ripetitive e comincia a essere efficiente dal punto critico in cui il tempo per programmarlo è superato da quello necessario ad effettuare le modifiche direttamente. È necessario ottenere il relativo flag e creare un'utenza apposita per il bot. L'automatismo comporta il fatto che eventuali errori risultano moltiplicati; per questo è necessario specificare nella pagina utente del bot e nel campo oggetto che cosa il bot sta facendo e in base a quale consenso. Al limite tutte le modifiche possono essere annullate in blocco da un amministratore. Che un bot faccia modifiche consistenti (come creare intere pagine) è eccezionale; di solito si tratta di dettagli.

Quando si avvia un'operazione si specifica il numero massimo di modifiche che il bot dovrà effettuare al minuto (per esempio sei), per non sovraccaricare i server. Inoltre, per non sovraccaricare ulteriormente quei server periferici (slave) che risultino in ritardo sul server principale (master), si specifica il ritardo oltre il quale il bot deve astenersi dall'effettuare modfiche (maxlag).

Quando viene fatta una richiesta al bot da parte di altri utenti, queste devono essere formulate con chiarezza ed evidenziare il vantaggio tecnico rispetto all'operazione effettuata «a mano».

Come per gli umani c'è la comune interfaccia grafica, cosí per il bot l'html viene tradotto in un'«interfaccia» apposita, in un linguaggio detto API. L'API permette di estrarre agevolmente dalla pagina le informazioni richieste perché il bot possa operare.

Fatte queste premesse, sono stati illustrati esempî di righe di comando e di espressioni regolari.

Per una trattazione piú esauriente, rimando agli appunti condivisi.

16.30 - OpenStreetMap: JOSM tutorial

OpenStreetMap (OSM) è un progetto collaborativo finalizzato alla raccolta e condivisione strutturata di dati geografici; questi possono venire applicati alla realizzazione di mappe e altro, o anche visualizzati come rappresentazione della superficie terrestre in tre dimensioni. Il livello di dettaglio è notevole: su possono specificare, per esempio, le particolarità degli edificî (come la conformazione e copertura dei tetti: questo è stato già fatto per la punta sud di Manhattan). Non si raccolgono solo dati visibili, ma anche informazioni sulla funzione degli oggetti (per esempio la destinazione d'uso dei singoli edificî); si seguono anche le trasformazioni mentre avvengono (infrastrutture dismesse o in costruzione e cosí via).

Ben al di là di questo, i dati raccolti su OSM possono mettere in discussione la lettura (come interpretazione dei fenomeni) di un territorio: è quanto avvenuto a Kibera, vasta baraccopoli (in realtà un conglomerato di villaggi) alla periferia di Nairobi; l'area è al centro d'un incisivo e discusso programma di riqualificazione urbanistica, il cui impatto, visto da lontano,è apparso diverso da quando una mappatura particolareggiata delle strutture e dei servizî esistenti sul posto ha reso evidente la complessità dell'abitato, su cui la cartografia tradizionale sorvola (mapkibera.org). È un esempio forte di come un progetto collaborativo può generare informazione dal basso, cambiando la percezione del territorio.

Un'altra applicazione dei dati che ha un forte impatto sulla vita delle persone è l'azione dell'Humanitarian OSM Team (www.hotosm.org), che raccoglie informazioni (per esempio, per prevenire la diffusione della malaria, sui centri abitati esposti al contagio); in caso di catastrofi vengono predisposte mappe per agevolare gli aiuti umanitarî. L'importanza di questo lavoro è resa evidente dalla possibilità d'aggiornare la cartografia quasi in tempo reale (soprattutto quando vengano rese disponibili foto aeree); questo nel caso del recente terremoto in Nepal ha permesso d'individuare le aree idonee all'atterraggio degli elicotteri, a partire da foto aggiornate (il venir meno delle infrastrutture esistenti e il sorgere d'insediamenti provvisorî rende rapidamente obsolete le carte tradizionali). (Quando si impieghino di foto aeree, sorge l'esigenza di riallinearle alla mappa per correggere le deformazioni, dato che una visione prospettica è diversa da una proiezione cartografica). In questi lavori di squadra interviene la figura del task manager, un volontario che coordina gli altri utenti (mapper).

A questo proposito è interessante notare che la Protezione civile italiana non usa direttamente OSM, bensí il servizio Copernicus dell'Unione europea, che a sua volta si avvale dei dati di OSM. Tuttavia in concreto, per esempio ad Amatrice dopo il sisma, la mappa OSM è stata preferita dai soccorritori. Per fare altri esempî, il 118 del Friuli Venezia-Giulia utilizza OSM; è in corso una collaborazione fra il servizio cartografico di quella regione e OSM. Esiste anche una convenzione fra il Club Alpino Italiano e WMI.

Sempre sul fronte umanitario, Missing Maps (www.missingmaps.org) raccoglie ed elabora dati sulle popolazioni di cui si è persa traccia, per esempio sui profughi in seguito a calamità.

Un altro progetto a sfondo sociale è MapMyDay (mapmyday.org), che si propone di rilevare le barriere architettoniche; a questo proposito è interessante ricordare che esiste anche l'indoor mapping per gli interni. Per le persone ipovedenti, invece, è possibile ricavare da OSM stampe in tre dimensioni.

Anche alcune grandi aziende del web hanno scelto di contribuire a OSM, anche per non dipendere da Google: in particolare Facebook e anche Apple; l'apporto di quest'ultima è particolarmente significativo per i dati sull'Asia. Per gli utenti Apple è disponibile Maps.me), un software open source che permette di contribuire a OSM, scaricare i dati offline e che traslittera i nomi scritti in alfabeti diversi dal latino. Le foto aeree su cui si lavora provengono generalmente da Bing, un servizio della Microsoft.

Per chi usa Android c'è una serie di app dedicate, come OruxMaps e Locus map.

La comunità di OSM, poi, mette a disposizione numerosi tool (per lo piú esterni) per contribuire (se ne possono trovare, per esempio, su https://whatosm.pavie.info/); comunque la wiki di OSM è molto ricca d'informazioni.

Per contribuire, bisogna prima raccogliere i dati. Questo può avvenire con l'aiuto di diversi strumenti: dispositivi GPS, ma anche una fotocamera, un taccuino portato al seguito, gli scontrini raccolti durante gli acquisti. Per chi volesse prendere appunti sulla carta in modo analogico, è disponibile Field Papers (http://fieldpapers.org/): permette di stampare e, una volta prese le annotazioni, di scansionare il foglio che poi viene letto da un software OCR.

Per contribuire, il primo passo è familiarizzarsi con i concetti di base, detti «primitive geometriche».

  • un nodo (node) è un punto definito dalle sue coordinate geografiche.
  • un percorso (way) è una connessione lineare ordinata di un numero compreso fra 2 e 2000 nodi (per esempio, una strada).
  • una relazione (relation, in inglese anche «parentela») coinvolge nodi, percorsi e altre relazioni, assegnando un ruolo a ciascuno di questi.

I nodi e i percorsi vengono descritti specificando i relativi attributi mediante le etichette o tags. In teoria è sempre possibile creare un nuovo tag, ma nella prassi in genere si preferiscono quelli già creati. Tutti i punti d'interesse rientrano generalmente nel tag «amenity».

La licenza adottata da OSM per pubblicare i dati non è la CC BY-SA, perché questa non protegge le banche dati, considerate alla base della gerarchia dell'informazione. Essendo OSM in primo luogo una banca dati, si è adottata la licenza ODbL, che prevede in ogni caso la cosiddetta attribuzione, ossia di citare la provenienza dei dati che si riutilizzano (anche modificandoli). Soprattutto per valutare quali contenuti (per esempio già pubblicati altrove) si possano inserire su OSM, la fondazione omonima ha predisposto delle linee guida dettagliate, consultabili all'indirizzo http://wiki.osmfoundation.org/wiki/Licence/Community_Guidelines/Geocoding_-_Guideline. Va ricordato che la licenza CC BY è incompatibile con ODbL.

Vi sono esempî anche curiosi di utilizzo commerciale della cartografia ricavata da OSM, non solo nell'offerta di servizî, ma anche nella produzione di beni durevoli, come per esempio borse personalizzate.

Al termine dei lavori: cena con Mizardellorsa

Vi accenno perché non lo considero solo un fatto privato. Non ci conoscevamo di persona e sentivo il bisogno, come utente e come socio, di comprendere meglio molte cose; fra queste la collaborazione con WMCH per il bando europeo Interreg, che comprende iniziative come la proposta convenzione con l'Intendenza scolastica per le località ladine e contatti con l'Università di Bolzano. Argomenti lungamente e faticosamente discussi su Wikiversità sono apparsi piú chiari e si sono contestualizzati nelle loro molteplici implicazioni.

Il confronto con un socio meglio informato mi ha permesso inoltre di comprendere meglio quale possa essere il mio apporto personale alle attività di Wikimedia Italia, attività che ho sentito il bisogno di conoscere meglio e nelle quali intendo impegnarmi fattivamente dal prossimo 2018.

Sabato 18

È stata certamente la giornata piú intensa.

Colazione

La colazione è stata un momento di scambio importante cogli utenti dei diversi progetti, in particolare di WikiSource. Il contesto informale permetteva qualche divagazione, il che a volte renede piú ricco e produttivo il dialogo.

10.30 - Etytree, un database di relazioni etimologiche

Etytree, realizzato riunendo competenze lessicografiche e informatiche (sviluppato da Epantaleo con WMF Labs, Università di Grenoble 1 «Joseph Fourier» e Politecnico di Bari), concretamente è un tool di Wikimedia in fase di perfezionamento. Oltre a raccogliere e incrociare dati sull'etimologia e sulla datazione delle parole, offre un'interfaccia grafica che permette di visualizzare in uno schema ad albero sia i discendenti che gli ascendenti di una parola.

Cercando una parola, è possibile visualizzare una parte dell'albero, fino ai progenitori; con un click appare la lista dei discendenti raggruppati per lingua. Cliccando sul box «timeline», invece, si accede alla datazione. Coerentemente coi principî fondanti di Wikimedia, per ogni lessema è possibile vedere i link a tutte le fonti utilizzate.

Tutti i dati sono estratti dalla versione in inglese del Wikizionario (preferito per la considerevole ricchezza d'informazioni, standardizzate tramite template). Da en.Wiktionary deriva anche un problema irrisolto, quello degli omografi raccolti nella stessa pagina (questo verrà necessariamente risolto, se non prima, quando avverrà il collegamento a Wikidata, dove ogni lessema avrà una propria pagina; le pagine non saranno quelle degli item che cominciano per «Q», perché un lessema è distinto da un'entità reale, da una cosa). Il tool permette anche di trovare le etimologie mancanti, da inserire sul Wikizionario.

Sempre sul Wikizionario sono piuttosto rari i template per la datazione; è prevedibile che questa informazione sarà disponibile piú facilmente colla migrazione su Wikidata.

Etytree fornisce anche output di tipo statistico: è possibile visualizzare un grafico di quanto le lingue (diverse da quella considerata) siano presenti in proporzione negli etimi d'una data lingua. (Esempio: grafico a torta di quanti etimi dell'italiano derivano dal latino classico, quanti dal latino volgare, quanti dal greco antico, quanti dall'arabo e cosí via).

Trattandosi di un tool ancora in fase di messa a punto, è bene che chi lo adopera comunichi le proprie osservazioni. Gli utenti del Wikizionario in italiano, poi, dovrebbero comunicare con Wikidata per definire i particolari del collegamento.

Su Commons sono disponibili le slide originali della lezione di Epantaleo (commons:File:Etytree-itwikicon 17.pdf).

11.30 - Interfacciarsi a OTRS

L'OTRS (Open Source Ticket Request System) è una procedura che permette di accertare che contenuti già pubblicati altrove (o il cui autore sia diverso da colui che li ha pubblicati su un sito Wikimedia) vengano effettivamente concessi con licenza idonea da chi detiene i relativi diritti. Questo avviene generalmente per posta elettronica. (Se invece si tratta di una fonte (per esempio un sito web) su cui è specificata direttamente la licenza libera, non è necessario il ticket OTRS; in tal caso va inserito il template {{attribuzione}}).

I volontarî incaricati di questo servizio verificano che il mittente sia effettivamente la persona che detiene i diritti e rilasciano il cosiddetto ticket OTRS.

Gli indirizzi a cui si può scrivere sono due:

  • info-it@wikimedia.org e
  • permissions-it@wikimedia.org (permissions-it di solito conferma l'autorizzazione e rilascia il ticket piú rapidamente rispetto alla procedura indicata su Wikimedia Commons).

Nel caso dei file multimediali, il ticket è riportato nella pagina del file su Commons. Per i testi sugli altri progetti, si inserisce in discussione il template {{OTRS}}. Su Commons, invece, {{OTRS}} è un template che può essere inserito solo dagli agenti OTRS.

È necessario che l'indirizzo di posta elettronica sia verificabile (quindi non con un dominio di un provider; per esempio un dominio del tipo cognome.com). È inutile che chi conceda l'autorizzazione scriva da un indirizzo di posta elettronica certificata, o che si serva della firma digitale; in mancanza d'un indirizzo «ufficiale» si può allegare un documento d'identità o simile.

È esperienza comune che i file vengano canellati mentre si è in attesa del ticket; quest'ultimo permette di chiederne il ripristino a un amministratore. In realtà l'amministratore, prima di cancellare, chiedere il numero del ticket, per sincerarsi se davvero ci sia una richiesta in corso; su Commons questo stato di cose può essere segnalato inserendo il template {{OTRS pending}}.

12.00 - Storie della genesi

Gianfranco ha ricapitolato gli antefatti e i primissimi sviluppi di Wikipedia e della sua versione in italiano.

Fin dal 1999 Richard Stallman aveva pensato a un progetto di enciclopedia con caratteristiche quali l'accesso libero, l'organizzazione decentralizzata e l'apertura ai contributi di tutti, oltre ai tempi lunghi per la crescita qualitativa; l'idea prevedeva l'assenza di un centro di controllo. Sarebbe dovuta essere garantita l'indipendenza da qualunque pressione o gruppo d'interesse, anche marginale.

Nel 2000 Wales, che nel 1996 aveva fondato il portale Bomis, con Larry Sanger lanciò Nupedia, ricalcando in gran parte la visione di Stallman. Molti aspetti ancora attuali furono introdotti fin da allora da Sanger, come le pagine utente; Nupedia si caratterizzava per accettare contributi solo da utenti qualificati (strada poi seguita da Citizendum). Solo 25 voci avrebbero superato il processo di revisione nel 2003, quando il progetto ebbe termine.

Alla stasi di Nupedia si rispose nel 2001 varando Wikipedia, che impiegò fin da principio il software wiki (sviluppato e impiegato da Ward Cunningham già dal 1995]]). (Una decisione importante fu quella di scommettere su un motore di ricerca appena nato, Google; per questo Magnus Manske (EN) scrisse tutto il software in php, nella forma tuttora in uso; Wales volle che si celebrasse il Magnus Manske day.) Sanger si occupò della parte editoriale. La comunicazione nel mondo Wikimedia segue ancor oggi gli standard ripresi a quel tempo da Meatball. A quel tempo c'erano parecchie donne fra gli utenti.

Nel novembre di quell'anno, sorse la prima controversia sulla neutralità dei contenuti e sul politically correct, a proposito della voce su Aria Giovanni, che lavorava per Wales.Senza fonte

Nella mailing list del progetto, su iniziativa di Sanger, ci si domandava se tradurre le altre versioni dall'inglese o se lasciare che si sviluppassero indipendentemente. Comunque fra le prime lingue da introdurre fu previsto l'italiano; Wikipedia in italiano nacque dunque già nel 2001, ma non ebbe quasi sviluppo (a fine 2001 c'erano in tutto venti voci, fra cui didgeridoo), mentre la versione in inglese era già in crescita.

Nel 2002, in seguito a varie controversie, si cominciarono a tradurre in italiano le principali pagine di servizio (come Aiuto:NPOV); cominciavano a esserci i primi vandalismi.

Nel 2003 la priorità fu data all'incremento del numero delle voci; cosí Gianfranco programmò un bot per creare le voci sugli anni. La pagine delle ultime modifiche cominciava a infittirsi. Gli utenti erano ancora pochi, ma si guardava al futuro.

Tomi ha descritto la situazione intorno al 2003.

Wikipedia in Italiano nel 2003 aveva le caratteristiche di un progetto piccolo. Per esempio, le attualità nella pagina principale non venivano aggiornate per settimane o mesi. A fronte di 60 registrati (a quel tempo non c'era l'utenza globale), c'erano 4 o 5 utenti davvero attivi. Le pagine erano in tutto alcune migliaia, ma solo circa 1250 avevano davvero le caratteristiche di una voce enciclopedica.

Venivano già discusse alcune tematiche, come per esempio la quantità di collegamenti da inserire nelle voci.

Per non perdere di vista il contesto generale in cui tutto questo avveniva, è importante tener presente che Google era solo un motore emergente, mentre le ricerche, all'epoca, erano dominate da Google.

Per un utente, come me, particolarmente attento allo sviluppo e alla crescita dei piccoli progetti, è stato interessante immergermi nell'atmosfera dei primordi di Wikipedia e poterla paragonare ad altre realtà di oggi, come se ne trovano su Incubator o nelle versioni beta.

12.30 - Premiazione WLM Trentino

Ho assisito con vivo interesse. Le immagini premiate sono sicuramente ammirevoli; non posso far altro che rinviare alla pagina del concorso regionale su Commons.

12.45 - Pranzo: Wikiversità e Wikidata

Con Sannita e Martiligabue abbiamo approfittato della pausa pranzo per un rapido scambio di pareri sul collegamento di Wikiversità a Wikidata; l'esito del colloquio si è poi concretizzato in una duplice proposta nella pagina apposita.

La prima particolarità di Wikiversità (soprattutto della versione in italiano, ma non solo) è di poter avere piú pagine su di uno stesso argomento, differenziate per livello d'apprendimento. Dal 2015 si sono introdotte apposite pagine di disambiguazione (ben diverse da quelle di Wikipedia che raccolgono piuttosto pagine omonime, ma con contenuti diversi). Il problema è che Wikidata tipicamente prevede un solo item per ogni dato argomento, quindi è possibile collegare una sola delle pagine (di solito lezioni) di Wikiversità. Cosí facendo, le rimanenti rimarrebbero scollegate.

Dato però che una delle funzioni di Wikidata è quella di gestire i collegamenti interprogetto (sia gli interwiki, sia l'apposito template), è preferibile una soluzione che salvaguardi al massimo la funzionalità di questi ultimi per il lettore. Pertanto si è introdotta la prassi, non del tutto rigorosa ma funzionale, di collegare di preferenza all'item sull'argomento la disambigua di Wikiversità, permettendo al fruitore di scegliere il livello d'apprendimento e d'avere comunque una panoramica piú diversificata sul tema. Anche Sannita (e anche AlessioMela interpellato in seguito) converge su questa soluzione, che verrà quindi formalizzata dalla comunità.

La seconda caratteristica atipica di Wikiversità (anche in questo caso soprattutto, ma non solo, nella versione in italiano) è il gran numero di portali, articolati ad albero su tre livelli: le aree contengono i corsi che contengono le materie, permettendo una navigazione ragionata per argomenti raccolti in percorsi d'apprendimento organici. Sugli altri progetti i portali sono presenti in numero molto inferiore, e anche le wikiversità in altre lingue, pur avendo numerosi portali, non è detto che li articolino su tre livelli. Anche in questo caso, è facile prevedere che la gran parte delle materie resterà scollegata su Wikidata, e cosí pure i corsi.

Quando un portale di Wikiversità non potrà essere in nessun modo collegato a un item esistente, si creerà un item apposito, anche se scollegato; sarà particolarmente importante, in tal caso, indicare nella pagina dell'item sul relativo argomento che esite un portale correlato, compilando l'apposita proprietà. Questa soluzione non è ideale, ma almeno si evita di lasciare del tutto isolati gli item di questi portali.

13.45 - Foto di gruppo

Presente.

14.00 - Apprendere con Vikidia e Wikiversità

L'incontro è stato aperto dal saluto della Dott.ssa Susy Rottonara, dell'Intendenza scolastica per le località ladine.

Appunti

I giovani e giovanissimi oggi sono investiti da un flusso continuo di dati eterogenei, spesso non pensati per loro; è importante che abbiano gli strumenti critici per trasformare, attivamente, l'informazione in vera conoscenza. Di questi strumenti, in futuro, ci sarà sempre piú bisogno. Andreas Schleicher (OCSE) ha deplorato recentemente la scarsa cultura della collaborazione nella scuola italiana. A entrambe queste esigenze la scuola può rispondere colla partecipazione alle wiki come Vikidia e Wikiversità, che rendono gli studenti protagonisti nell'elaborazione di un sapere pubblico e condiviso, in un contesto di cooperazione motivante e responsabilizzante.

Wikipedia viene spesso scopiazzata dai giovanissimi, ma è uno strumento per lo piú inadatto alla fascia d'età sotto i quattordici anni. Per questo è nata Vikidia, un'enciclopedia scritta da loro stessi; Mattruffoni, che insegna a Ledro (TN), ha pensato di inserirla in modo organico nella didattica, insieme a Wikiversità, che si propone come piattaforma d'apprendimento per tutte le età. Il fatto di pubblicare contenuti in rete, accessibili a tutti, responsabilizza lo studente e lo rende protagonista al di lá del rapporto coll'insegnante, non piú unico destinatario dell'elaborato.

Contribuire a Wikipedia sembra prematuro, perché quella comunità è piú esigente, ma può essere un obiettivo a medio termine, molto motivante per alcuni (come si è visto in una recente esperienza al Museo della guerra di Rovereto).

L'esperienza di contribuire a una wiki fin dalla scuola secondaria di primo grado permette ai discenti di acquisire una serie di competenze. Fra queste si può segnalare l'uso, con opportuna rielaborazione, di fonti adeguate, che richiede la ricerca, il vaglio critico e l'organizzazione dei contenuti. La partecipazione al lavoro comunitario fa sí che gli studenti interagiscano fra loro e cogli altri utenti in vista del raggiungimento di obiettivi comuni; questo aspetto della comunicazione è stato praticato anche su Vikidia in lingua inglese, lingua nella quale si sono scritti alcuni contrbuti. In concreto, si è lavorato in gruppo, integrando il contributo individuale in un'esperienza negoziata e condivisa, che può prevedere anche la suddivisione delle mansioni tendente a una specializzazione di questi giovani utenti.

Essendovi varî modi di contribuire a una wiki, anche diversi dalla scrittura di testi, sono stati coinvolti pienamente e con ottimi risultati gli studenti con bisogni educativi speciali.

In concreto si sono studiate procedure per addolcire il piú possibile il primo impatto dei giovanissimi colle comunità wiki, che hanno le loro rigidità non sempre negoziabili (policy, linee guida, prassi operative). Si è imposto come procedimento standard la creazione di pagine utente con un minimo di contenuti predefiniti e l'uso sistematico, fin dal primo momento, della sandbox utente. Una difficoltà è l'uso non del tutto intuitivo delle pagine di discussione, per cui si è previsto di poter segnalare le discussioni in corso tramite canali di comunicazione esterni.

Gli stessi docenti, ove non conoscano il funzionamento delle wiki, possono aver bisogno bisogno d'essere accolti e guidati a familiarizzarsi con alcuni strumenti di base, come la cronologia, i contributi utente e gli osservati speciali. Una conoscenza molto approfondita degli aspetti tecnici può non essere necessaria in un primo momento. È utile invece che si inseriscano nella comunità e comunichino con essa, per essere riconosciuti e assistiti in caso di necessità (un esempio è la creazione di utenze); questo permette loro di mediare in caso di cancellazioni, spostamenti e nella spiacevole eventualità di un blocco delle utenze o dell'IP.

La sperimentazione è stata avviata da ProfValeria e Mattruffoni nel 2016, rispettivamente nell'I.C. Isera-Rovereto e nell'I.C. Valle di Ledro, coinvolgendo da subito le classi, partecipando a bandi e invitando gli studenti a presentare il lavoro fatto in sede d'esame. I due insegnanti si sono attivati fin dal primo anno per diffondere il piú possibile l'iniziativa fra i colleghi e hanno anche avuto modo di tenere dei corsi sulle wiki; altrettanto ha fatto Maupao70 a Bosisio Parini. Gli ottimi risultati fanno prevedere un incremento del numero di scuole coinvolte, mentre l'esperienza, con modalità in parte diverse, viene estesa anche alla scuola primaria. È stato anche tenuto, presso l'IPRASE, un laboratorio nell'ambito di un corso di formazione per i docenti neoassunti.

In prospettiva gli obiettivi possono essere molto ambiziosi, fino a proporre le wiki come integrazione, e al limite come sostituto, di strumenti tradizionali come i libri di testo.

Nota: un resoconto piú articolato delle esperienze descritte è ora pubblicato su Bricks: Vikidia e Wikiversità, la vera scuola dei ragazzi (pdf).

Dibattito

Verso il termine, al momento di porre domande, qualcuno ha sollevato la questione dei rapporti fra WMI e una nota piattaforma didattica universitaria, che non è un progetto Wikimedia, anche con riferimenti alla storia di Wikiversità negli anni 2009-2014. A quel punto ho ritenuto di dover intervenire precisando alcuni punti, anche se a mio parere l'argomento non era maturo per un dibattito pubblico e rischiava di confondere le idee, danneggiando potenzialmente l'immagine sia di WMI, sia della comunità wikiversitaria.

15.00 - Riunione improvvisata di Vikidia e Wikiversità, aperta al pubblico

Si è discusso di aspetti tecnici delle problematiche emerse nel lavoro colle scuole, in particolar modo dell'introduzione di appositi template, anche per facilitare la navigazione fra Wikiversità e Vikidia.

Fra gli intervenuti, Framaka (insegnante di scuola superiore) e Mirko Tavosanis (wikipediano e docente universitario, che già collabora con Wikimedia Italia), che hanno espresso un certo interesse in vista di possibili collaborazioni con Wikiversità, progetto che non conoscevano (il secondo era stato già contattato al riguardo da Mizardellorsa).

16.30 - Bot workshop 2

17.30 - Wikidata e i linked data 1

Al termine dei lavori: cena di Wikiversità

La cena di lavoro è stata preceduta da una riunione volante al bar del MUSE. Erano presenti ProfValeria, Mizardellorsa, Mattruffoni e Martinligabue. Dopo alcune considerazioni iniziali di Mizardellorsa sull'esigenza di un ambiente piú accogliente e flessibile anche nei progetti fratelli nei confronti delle utenze scolastiche, considerato che era stata predisposta, a mo' d'ordine del giorno, una scaletta fin troppo articolata, si è affrontata una serie di argomenti pratici e concreti. Si è discusso soprattutto di come rimuovere gli ostacoli alla partecipazione degli studenti (in particolare di 11-14 anni, ma in prospettiva anche piú giovani), in parte di natura tecnica, ma dovuti soprattutto alla difficoltà di far conoscere strumenti, procedure e regole (non sempre negoziabili) della comunità. Alcune delle soluzioni proposte, sulle quali rinvio anche agli appunti di Mattruffoni, sono in estrema sintesi le seguenti:

  • Impiego sistematico di tutorial video, anche integrati in pagine d'aiuto semplificate, per far conoscere nel modo piú diretto e intuitivo le basi indispensabili della collaborazione;
  • Attivazione di una chat dedicata, non ufficiale, su IRC, unica per Wikiversità e Vikidia, per permettere una comunicazione scorrevole (per esempio si possono linkare le discussioni in corso); si tratta di un semplice strumento di supporto, e si preferisce IRC perché è possibile accedervi senza comunicare dati personali (come il numero di telefono);
  • ...

Domenica 20

Colazione

10.30 - Wikidata e i linked data2

11.30 - Wikisource: basi per la contribuzione

Wikisource è una biblioteca ipertestuale collaborativa; la versione in italiano contiene anche brani, ma non opere intere, in altre lingue. Storicamente trae origine dal Project Sourceberg, che a sua volta prendeva il nome dal noto Progetto Gutenberg, alludendo nel contempo all'iceberg che tuttora campeggia sul logo.

Pur essendo a tutti gli effetti una wiki, il progetto ha avuto per molti versi uno sviluppo autonomo, sia dal lato tecnico (interfaccia e strumenti), sia sul versante del gergo comunitario: per esempio un wikisoursiano non dice «wikificare», ma «formattare». Fra gli strumenti, fondamentale è ormai quello che consente di visualizzare il backup, cioè il file immagine del testo che si sta trascrivendo (anche a fronte di questo); spesso assente dai testi di vecchia digitalizzazione, ormai il backup è praticamente obbligatorio.

In confronto ad altri progetti, la curva d'apprendimento per il nuovo utente è ardua. Per ambientarsi si possono eliminare gli errori di scansione e riconoscimento da un testo prodotto dall'OCR. Si trovano anche, in rete, file .pdf già pronti da trascrivere. In ogni modo, è utile consultare la guida introduttiva sul progetto stesso.

Chi, nonostante tutto, volesse cimentarsi nell'importazione di un libro cartaceo, dovrà innanzitutto scansionare una pagina singola per volta alla massima risoluzione (300 o 200 dpi), a colori, e salvarle tutte in una cartella in formato *.tif. La cartella, compressa, andrà poi caricata su Internet Archive, dove il tutto viene convertito in varî formati (.pdf, .txt e .epub, ma non piú .djvu, il formato usato di preferenza su Wikimedia Commons e su Wikisource). Da Internet Archive, tramite un tool apposito, il materiale può essere convertito e caricato su Commons in formato .djvu; comunque, .pdf o .djvu che sia, l'importante è che abbia uno strato testo. A questo punto, su Wikisource, è possibile creare il libro nel namespace indice. L'indice consiste della pagelist (tag di numerazione delle pagine) e del sommario (che si ottiene inserendo una serie di template). La successiva formattazione consiste nel tradurre il testo grezzo in wikitesto, seguendo le convenzioni del progetto.

Le singole pagine si trovano nel namespace pagina, da dove vengono trascluse nel namespace principale. Il testo attraversa un percorso di qualità, attraversando successivamente quattro stati d'avanzamento del lavoro o SAL:

  • 25%.svg 25% → testo creato e con fonte;
  • 50%.svg 50% → testo elaborato e trascritto;
  • 75%.svg 75% → testo formattato sull'esempio della fonte (il piú aderente possibile);
  • 100 percent.svg 100% → testo riletto e validato (da un altro utente).

Liberando il testo dal supporto analogico, i volontarî di Wikisource (paragonati talvolta agli amanuensi dei monasteri) ne permettono la circolazione sul web e lo tramandano in formato digitale. È possibile scaricarlo e salvarlo in diversi formati.

Pranzo

Lavori del pomeriggio

Ai lavori del pomeriggio di domenica 19 non ho potuto partecipare, perché, volendo esser presenti all'incontro colle scuole della Val Badia il giorno successivo, Mizardellorsa e io abbiamo dovuto affrettare la partenza per l'alta val Pusteria, dove era previsto il pernottamento e dove siamo giunti in serata.

Trasferimento in Alto Adige

L'impegno del giorno successivo (che per me ha comportato anche il cambio di prenotazione per il ritorno in treno) ha reso necessario un tempestivo spostamento in Alto Adige, dove Mizardellorsa mi ha generosamente ospitato in Val Pusteria. Pertanto, con rammarico, non ho potuto seguire i lavori di domenica pomeriggio.

Lunedí 21

Riferisco brevemente di seguito sulle attività della giornata in quanto, pur non pertinenti strettamente a itWikiCon 2017, credo possano concorrere a giustificare la spesa sostenuta da WMI per alloggio e trasporti. Se non mi fossi già trovato a Trento, infatti, ben difficilmente da Firenze mi sarei potuto recare a un incontro in Val Badia.

Incontro con le scuole in Val Badia

L'incontro per i docenti delle scuole della Val Badia, convocato dall'Intendenza scolastica per le località ladine e introdotto dalla Dirigente scolastica della Scuola secondaria di primo grado «Tita Alton» di La Villa, nei cui locali si è svolto, ha visto la partecipazione di numerosi docenti.

Lo scopo prinicpale è stato coinvolgere le scuole nella realizzazione di Wikipedia in ladino (potendo contare anche sui testi in quella lingua presenti su Wikisource); in prospettiva, sono sperabili ricadute positive anche per i progetti Wikimedia in lingua italiana. Si è trattato di un incontro di presentazione e formazione di base, che forse ha risentito del contesto istituzionale. Si è riscontrata una certa curiosità degli intervenuti, che hanno formulato domande e osservazioni sia sul funzionamento delle wiki, sia sui contenuti.

Erano presenti, fra gli altri: Starladin, Asmara Bassetti, Mizardellorsa, CristianNX e Yiyi.

L'incontro rientra nella collaborazione fra l'Intendenza e Wikimedia svizzera, nell'ambito di una piú vasta partecipazione al bando europeo Interreg. Su iniziativa di Mizardellorsa, sono in corso colloqui anche con la Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Bolzano, e particolarmente col Preside Prof. Videsott.

Osservazioni

Il pieno successo dell'iniziativa e le ricadute altamente costruttive sono evidenti. Gli organizzatori e i volontarî che l'hanno resa possibile meritano un elogio. Di tutti gli aspetti positivi dell'esperienza si dovrà far tesoro in vista delle prossime edizioni.

Personalmente ho tratto molto profitto sia dagli scambi d'opinioni coi colleghi dei diversi progetti, sia dall'opportunità di stabilire contatti con chi è attivo sia in WMI, sia in realtà esterne come scuole e università, questo soprattutto in vista di un maggiore impegno sul campo a cui pensavo da tempo (infatti poi mi sono messo in contatto col mio coordinatore regionale e, su sua indicazione, mi sono candidato a coordinatore tematico). Come wikiversitario ho colto l'occasione per parlare con altri di alcuni punti deboli del progetto, come la mancanza di utenti veramente esperti di template e grafica e alcune particolarità nei collegamenti a Wikidata. Per il primo aspetto ho raccolto la preziosa disponibilità di Yiyi che interpellerò prossimamente: una grafica funzionale e soprattutto di piacevole impatto è fondamentale per presentare il progetto all'esterno.

Programma e attività proposte

Il programma è risultato fitto e ci sono state alcune modifiche dell'ultim'ora. A questo riguardo ricordo che il borsista è tenuto a partecipare a piú attività possibili, cosa non sempre agevole visto il ritmo serrato e viste anche le sovrapposizioni.

Un'altra osservazione è che, visti i tempi stretti, alcuni laboratorî hanno avuto la tendenza a trasformarsi in conferenze frontali.

In generale, pur essendo palese l'interesse delle conferenze, presentazioni o lezioni, l'evento nel suo complesso risulterà produttivo al massimo ove si dia spazio soprattutto all'interazione fra partecipanti e anche fra progetti, alla ricerca comune di soluzioni e di nuove prospettive. Immagino un programma misto e diversificato: «tavoli» con una tematica e uno o piú relatori che introducono un problema, del quale poi si discute. La formazione tecnica e specialistica potrebbe avvenire la mattina in veri laboratorî (chi pernotta in ostello finisce di far colazione prima di metà mattinata, quindi quella fascia oraria può essere sfruttata).

Attività come la premiazione regionale di WLM potrebbero avvenire anche in modo meno formale, a margine del pranzo (bastano un piccolo palco e un microfono).

Alloggio

Venerdí 17 mattina ho avuto difficoltà a disfarmi del mio bagaglio, che non poteva né essere lasciato in ostello in quell'orario, né essere introdotto in biblioteca. Da parte dell'organizzazione è stata una piccola svista del tutto comprensibile; suggerirei di non trascurare questo aspetto nelle edizioni che verranno.

L'ostello scelto si è rivelato spartano, ma nel complesso soddisfacente per la posizione assai felice e perché il pernottamento in camerate può facilitare il dialogo fra i partecipanti, creando un clima da ritiro che massimizza i benefici in rapporto al tempo disponibile. La colazione è un momento prezioso sotto questo aspetto, sebbene non vi partecipino le persone del posto. L'esperienza è che l'alloggio in comune dà una sensazione di sinergia intensiva, il che è gratificante e produttivo.

Location

Il Palazzo delle Albere, in cui si è potuto disporre del secondo piano e di alcuni spazî al pian terreno, è difficilmente eguagliabile come location per monumentalità e prestigio (ricordo però che parliamo di un evento a uso interno, non aperto al pubblico). Va apprezzata l'attenzione degli organizzatori a minimizzare le possibili interferenze acustiche fra le sale. La connessione Wi-Fi è risultata, nella mia esperienza, soddisfacente. La scelta di riservare una sala per incontri anche improvvisati ha avuto riscontro positivo (soprattutto da parte degli utenti di Wikisource e di Wikiversità). In uno spazio diverso si potranno immaginare soluzioni diverse, che dovranno facilitare l'incontro e il dialogo fra singoli partecipanti, dando spazio a tutto ciò che di altamente proficuo e produttivo può accadere a margine dei lavori.

Unico limite è stata la necessità di concludere i lavori ben prima di sera, cosicché non si è potuta sfruttare la fascia oraria 17.30-19.00 (forse meno adatta per cose mentalmente impegnative, ma comunque utile per dibattiti e argomenti meno tecnici).

Vitto

Personalmente ho apprezzato la possibilità, nel modulo d'iscrizione, d'indicare esigenze particolari con riguardo al vitto. Per il resto a me sarebbe bastata anche un'offerta piú frugale, considerato che WMF e suoi capitoli locali non possono che trarre beneficio da un'immagine sobria, trasparente e operosa.

Attività serali

Ho scelto di non parteciparvi, preferendo cene di lavoro coi colleghi wikiversitarî. È lodevole che si sia pensato anche a momenti di distensione e svago, tuttavia bisogna tener presente la diversità di età, stile di vita e interessi dei partecipanti. Per le prossime edizioni auspicherei una formula che permetta di conciliare lo svago e il dialogo o, per chi fa questa scelta, le riunioni informali.