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Milano, 13 luglio 2015 - Giovedì 8 luglio il Parlamento europeo ha votato il Rapporto Reda sulla riforma della normativa sul diritto d'autore. Tra gli emendamenti presentati in Commissione, ha suscitato notevoli polemiche quello presentato dal deputato francese Jean-Marie Cavada che se approvato avrebbe impedito in tutta l'Unione la possibilità di pubblicare per usi eventualmente anche commerciali fotografie di opere d'arte visibili all'aperto senza il permesso dell'autore. L'emendamento è stato respinto a larghissima maggioranza: un emendamento di segno opposto, che prevedeva esplicitamente il cosiddetto diritto di panorama - ora previsto in molti paesi ma non in Italia - è stato anch'esso respinto. Il risultato finale è un nulla di fatto: ciascuna legislazione nazionale può scegliere cosa fare.  
 
Milano, 13 luglio 2015 - Giovedì 8 luglio il Parlamento europeo ha votato il Rapporto Reda sulla riforma della normativa sul diritto d'autore. Tra gli emendamenti presentati in Commissione, ha suscitato notevoli polemiche quello presentato dal deputato francese Jean-Marie Cavada che se approvato avrebbe impedito in tutta l'Unione la possibilità di pubblicare per usi eventualmente anche commerciali fotografie di opere d'arte visibili all'aperto senza il permesso dell'autore. L'emendamento è stato respinto a larghissima maggioranza: un emendamento di segno opposto, che prevedeva esplicitamente il cosiddetto diritto di panorama - ora previsto in molti paesi ma non in Italia - è stato anch'esso respinto. Il risultato finale è un nulla di fatto: ciascuna legislazione nazionale può scegliere cosa fare.  
  
«Siamo soddisfatti del risultato, ma non possiamo dirci contenti», commenta il presidente di Wikimedia Italia Andrea Zanni. «Lo sforzo comune di moltissime persone, che ha anche prodotto una petizione su change.org con [https://www.change.org/p/european-parliament-save-the-freedom-of-photography-savefop-europarl-en più di mezzo milione di firme], ha impedito un inasprimento delle regole che avrebbe nuociuto alla cultura libera. Saremmo però stati contenti se fosse anche stato sancito il principio della libertà di panorama: oggi per esempio Wikipedia deve mostrare l'immagine di un modellino dell'Atomium, perché anche in Belgio questo principio non vale.»
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«Siamo soddisfatti del risultato, ma non possiamo dirci contenti», commenta il presidente di Wikimedia Italia Andrea Zanni. «Lo sforzo comune di moltissime persone, che ha anche prodotto una petizione su change.org con [https://www.change.org/p/european-parliament-save-the-freedom-of-photography-savefop-europarl-en più di mezzo milione di firme], ha impedito un inasprimento delle regole che avrebbe nuociuto alla cultura libera. Saremmo però stati contenti se fosse anche stato sancito il principio della libertà di panorama: oggi per esempio Wikipedia deve mostrare l'immagine di un modellino dell'Atomium, il famosissimo monumento belga, perché anche in Belgio questo principio non vale.»
  
 
Il portavoce Maurizio Codogno rimarca: «Molti eurodeputati hanno parlato di pericolo di abusi e di discorsi inventati da Wikipedia, accomunandoci ai giganti Over the top come Facebook e Google: ma la nostra posizione è assai diversa. Come Wikimedia, abbiamo sempre riconosciuto l'importanza e il valore del copyright come giusto mezzo di riconoscimento e di rimunerazione degli autori: ma una fotografia di un monumento non è certo una sua copia. Un fotografo professionista avrà sempre il diritto di vendere le proprie immagini, ma perché un fotografo dilettante non può sceglierle di offrirle a tutti?»
 
Il portavoce Maurizio Codogno rimarca: «Molti eurodeputati hanno parlato di pericolo di abusi e di discorsi inventati da Wikipedia, accomunandoci ai giganti Over the top come Facebook e Google: ma la nostra posizione è assai diversa. Come Wikimedia, abbiamo sempre riconosciuto l'importanza e il valore del copyright come giusto mezzo di riconoscimento e di rimunerazione degli autori: ma una fotografia di un monumento non è certo una sua copia. Un fotografo professionista avrà sempre il diritto di vendere le proprie immagini, ma perché un fotografo dilettante non può sceglierle di offrirle a tutti?»
  
In Italia il problema non è solo la mancanza della libertà di panorama: il Codice Urbani, anche dopo le modifiche del decreto Art Bonus, pone tutta una serie di vincoli e una richiesta di pagamento nel caso di uso potenzialmente commerciale anche per opere che non ricadono certamente sotto la normativa del copyright, come per esempio il Colosseo. Zanni è però moderatamente ottimista: «Dopo l'incontro a Montecitorio del 22 giugno scorso, abbiamo trovato da parte dell'Intergruppo parlamentare e del MiBACT una sincera volontà di collaborazione per trovare una soluzione che elimini per quanto possibile i lacciuoli che paradossalmente impediscono una piena fruizione del nostro patrimonio culturale. L'onorevole Quintarelli ha anche trovato una circolare ministeriale, la numero 50 del 7/6/1995, che afferma che non è dovuto pagamento per le immagini del patrimonio culturale italiano visibile dalla pubblica via. Non è ancora chiaro se la circolare possa essere applicata alla normativa attuale, ma essa mostra come la ratio della normativa del codice Urbani nasce per quanto contenuto nei musei, e non dovrebbe essere difficile ribadire questo principio.»
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In Italia il problema non è solo la mancanza della libertà di panorama: il Codice Urbani, anche dopo le modifiche del decreto Art Bonus, pone tutta una serie di vincoli e una richiesta di pagamento nel caso di uso potenzialmente commerciale anche per opere che non ricadono certamente sotto la normativa del copyright, come per esempio il Colosseo. Zanni è però moderatamente ottimista: «Dopo l'incontro a Montecitorio del 22 giugno scorso, abbiamo trovato da parte dell'[http://www.parlamentari.org/ Intergruppo parlamentare per l'innovazione tecnologica] e del MiBACT una sincera volontà di collaborazione per trovare una soluzione che elimini per quanto possibile i lacciuoli che paradossalmente impediscono una piena fruizione del nostro patrimonio culturale. L'onorevole Quintarelli ha anche trovato una circolare ministeriale, la numero 50 del 7/6/1995, che afferma che non è dovuto pagamento per le immagini del patrimonio culturale italiano visibile dalla pubblica via. Non è ancora chiaro se la circolare possa essere applicata alla normativa attuale, ma essa mostra come la ratio della normativa del codice Urbani nasce per quanto contenuto nei musei, e non dovrebbe essere difficile ribadire questo principio.»
  
 
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Versione attuale delle 14:23, 9 feb 2022

Diritto di panorama: qual è la situazione?

Dopo il voto all'Europarlamento sulla normativa riguardante il copyright, Wikimedia Italia è soddisfatta ma non contenta.

Milano, 13 luglio 2015 - Giovedì 8 luglio il Parlamento europeo ha votato il Rapporto Reda sulla riforma della normativa sul diritto d'autore. Tra gli emendamenti presentati in Commissione, ha suscitato notevoli polemiche quello presentato dal deputato francese Jean-Marie Cavada che se approvato avrebbe impedito in tutta l'Unione la possibilità di pubblicare per usi eventualmente anche commerciali fotografie di opere d'arte visibili all'aperto senza il permesso dell'autore. L'emendamento è stato respinto a larghissima maggioranza: un emendamento di segno opposto, che prevedeva esplicitamente il cosiddetto diritto di panorama - ora previsto in molti paesi ma non in Italia - è stato anch'esso respinto. Il risultato finale è un nulla di fatto: ciascuna legislazione nazionale può scegliere cosa fare.

«Siamo soddisfatti del risultato, ma non possiamo dirci contenti», commenta il presidente di Wikimedia Italia Andrea Zanni. «Lo sforzo comune di moltissime persone, che ha anche prodotto una petizione su change.org con più di mezzo milione di firme, ha impedito un inasprimento delle regole che avrebbe nuociuto alla cultura libera. Saremmo però stati contenti se fosse anche stato sancito il principio della libertà di panorama: oggi per esempio Wikipedia deve mostrare l'immagine di un modellino dell'Atomium, il famosissimo monumento belga, perché anche in Belgio questo principio non vale.»

Il portavoce Maurizio Codogno rimarca: «Molti eurodeputati hanno parlato di pericolo di abusi e di discorsi inventati da Wikipedia, accomunandoci ai giganti Over the top come Facebook e Google: ma la nostra posizione è assai diversa. Come Wikimedia, abbiamo sempre riconosciuto l'importanza e il valore del copyright come giusto mezzo di riconoscimento e di rimunerazione degli autori: ma una fotografia di un monumento non è certo una sua copia. Un fotografo professionista avrà sempre il diritto di vendere le proprie immagini, ma perché un fotografo dilettante non può sceglierle di offrirle a tutti?»

In Italia il problema non è solo la mancanza della libertà di panorama: il Codice Urbani, anche dopo le modifiche del decreto Art Bonus, pone tutta una serie di vincoli e una richiesta di pagamento nel caso di uso potenzialmente commerciale anche per opere che non ricadono certamente sotto la normativa del copyright, come per esempio il Colosseo. Zanni è però moderatamente ottimista: «Dopo l'incontro a Montecitorio del 22 giugno scorso, abbiamo trovato da parte dell'Intergruppo parlamentare per l'innovazione tecnologica e del MiBACT una sincera volontà di collaborazione per trovare una soluzione che elimini per quanto possibile i lacciuoli che paradossalmente impediscono una piena fruizione del nostro patrimonio culturale. L'onorevole Quintarelli ha anche trovato una circolare ministeriale, la numero 50 del 7/6/1995, che afferma che non è dovuto pagamento per le immagini del patrimonio culturale italiano visibile dalla pubblica via. Non è ancora chiaro se la circolare possa essere applicata alla normativa attuale, ma essa mostra come la ratio della normativa del codice Urbani nasce per quanto contenuto nei musei, e non dovrebbe essere difficile ribadire questo principio.»


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