Comunicati stampa/10 domande alla SIAE
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Siamo felici che la SIAE, nonostante tutte le sue grida a riguardo della pirateria, abbia ancora trovato il denaro sufficiente per acquistare pagine di pubblicità sui quotidiani. Noi purtroppo non siamo così ricchi, e ci limitiamo a fare loro dieci nostre domande in risposta alle loro. Ci sarà qualcuno che ci risponderà?
Le 10 domande alla SIAE
- Perché la SIAE continua a non distinguere tra proprietà intellettuale e sua remunerazione, facendo credere che quest'ultima sia obbligatoria e impedendo all'autore di scegliere se e come farsi pagare?
- Perché la SIAE continua a parlare di "furto" della proprietà intellettuale, cioè spacciare per propria l'opera creativa altrui, quando è solo interessata a ricavare le eventuali royalties?
- Perché la SIAE ritiene che l'immissione illegale di opere protette da copyright non possa essere perseguita e punita dalla magistratura, come ogni altro reato, e plaude al provvedimento AGCOM che porta in pratica alla giustizia faidatè?
- Come mai la SIAE non è ancora riuscita a ottenere un equo compenso dagli enti e locali che offrono connessioni WiFi gratuite, permettendo così ai ladri di contenuti di approfittarne?
- Perché la SIAE ottiene soldi (il cosiddetto equo compenso) dai supporti di memorizzazione, indipendentemente dall'uso che ne farà l'acquirente? Dove sarebbe il servizio specifico da lei compiuto?
- Perché ci sono molte aziende e servizi (iTunes, BookRepublic, Sugaman...) che operano nel settore della cultura e trovano opportunità di lavoro con Internet, e la SIAE non sembra riuscirci?
- Perché nessuno si chiede perché la SIAE voglia creare una contrapposizione tra autori e produttori di contenuti e utenti?
- Perché la SIAE non vuole nemmeno sentir parlare delle licenze d'uso Creative Commons, che nelle loro varie versioni danno al produttore di contenuti la libertà di scegliere se e come ottenere quella che lui ritiene un'equa remunerazione per la propria opera tutelando al tempo stesso la proprietà intellettuale?
- Perché l'industria italiana della cultura si arrocca su posizioni di rendita nate secoli fa, e non si rinnova per creare contenuto e valore sfruttando le tecnologie attuali che ampliano enormemente il mercato ma richiedono uno sforzo iniziale per adeguarcisi?
- Perché in Italia c'è un monopolio legislativo della SIAE, e gli autori sono costretti a iscriversi ad essa per tutelarsi senza poter scegliere un altro ente?