Wikimedia news/numero 19

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Wikimedia News nº 18 Wikimedia News nº 20

Wikimedia News - nº 19 - 2 settembre 2008

Editoriale

Questo numero di WMN si apre a pochi giorni dell'assemblea di Wikimedia Italia e con alle spalle la Wikimania "Africana". Questi due eventi, quindi, hanno necessariamente avuto ampio spazio nelle poche pagine che seguono; ciò al fine di poter dare a tutti i nostri lettori un quadro chiaro dei due eventi più importanti del panorama Wikimediano italiano ed internazionale.

Senpai

Eventi degli ultimi mesi

Wikimania 2008

A cura di Ira Nal.

La conferenza Wikimania 2008, svoltasi quest’anno nella splendida cornice della Biblioteca di Alessandria d’Egitto, ha ospitato interventi incentrati su diverse aree tematiche: le questioni politico-istituzionali, l’attendibilità scientifica dei suoi progetti, le questioni puramente tecniche legate all’utilizzo di alcuni software, il ruolo e le potenzialità di Wiki nei paesi in via di sviluppo ma soprattutto il ruolo che Wikipedia e in generale le fonti di informazione alternative rivestono nella produzione del sapere.
Di seguito, un breve riassunto di alcuni interventi a Wikimania Alessandria 2008.

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Impegnato nel movimento della cittadinanza attiva in Spagna nonché nell’osservazione di quanto accade nella “cyber-società�?, Enric Senable Hidalgo sostiene nella sua presentazione, intitolata Use of wikis for political participation, che l’ICT può rivelarsi uno strumento di efficace partecipazione politica. Per ulteriori informazioni: http://www.jurecuhalev.com/blog/2008/07/19/use-of-wikis-for-political-participation-three-initiatives-in-spain-enric-senable-hidalgo-wikimania-2008-notes/. Hidalgo cita alcuni esempi:

  • Le grandi manifestazioni di piazza che ebbero luogo nelle principali città spagnole all’indomani degli attentati terroristici di Madrid del 2004, nate da un passaparola veicolato attraverso gli sms e motivate, in buona parte, dall’insoddisfazione della popolazione nei confronti della raffigurazione dell’evento fornita dai media mainstreaming e dal governo.
  • “Ogni promessa è un debito�?, un sito internet spagnolo che, sfruttando la tecnologia wiki, ha permesso a centinaia di persone di catalogare le promesse fatte dai candidati in campagna elettorale e, in seguito, si è trasformato in uno strumento di monitoraggio dal basso dell’operato di quegli stessi politici.
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Muovendosi sulla stessa linea di pensiero, Rhonda Shearer, Direttrice dell’Art Science Research Laboratory (http://asrlab.org), un ente statunitense impegnato, tra l’altro, nella vigilanza della condotta dei media, ha messo in guardia dai rischi di un sistema in cui la produzione dell’informazione sia monopolio di pochi. Illustrando alcuni casi esemplari di bufale propagandate dalle più famose testate giornalistiche del suo paese, ha sottolineato l’importanza di strumenti come Wikimedia nel sorvegliare i sorveglianti, una funzione che ogni democrazia sostanziale dovrebbe riuscire a garantire ma che, invece, si perde spesso nei meandri di legislazioni farraginose e corporativismi difficili da contrastare.
Nel caso delle bufale ricordate dalla Shearer su Wikipedia apparvero degli articoli che svelavano il trucco dei falsi scoop, contribuendo così ad offrire alla società un’informazione più equilibrata. A questo proposito, leggete il sito della giornalista (http://www.stinkyjournalism.org), una sorta di laboratorio investigativo sulle bufale giornalistiche più incredibili. Per chi volesse approfondire, proponiamo questa chicca: http://www.stinkyjournalism.org/latest-journalism-news-updates-129.php . Storia esemplare di un cinghiale dalle dimensioni mostruose, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo-web e sono arrivate sulle scrivanie di numerosi media televisivi statunitensi. Ovviamente si trattava di un abile fotomontaggio, costruito ad arte da una tranquilla famigliola dell’Alabama. Il fatto interessante però è come i media statunitensi si siano gettati a capofitto sulla notizia, senza poi verificarne l’autenticità e abbiano dovuto smentire successivamente in una girandola di scuse infinite e poco professionali.

Favorendo la nascita di nuove significative forme di partecipazione politica, la tecnologia dell’informazione e della comunicazione svolge, dunque, un ruolo importante sia nel dare forma alle società democratiche, sia nel fare pressione in senso democratico su quelle che sono lontane dall’esserlo. Il fondatore di Wikimedia , Jimmy Wales, ha infatti ricordato nel suo intervento il timore manifestato in più occasioni dal governo cinese nei confronti del potenziale sovversivo di Wikipedia e soprattutto si è concentrato sul ruolo e l’importanza della censura, anche all’interno del mondo wikipediano.

Ismail Serageldin, direttore della Biblioteca Alessandrina, ente ospitante di Wikimania 2008, ha sostenuto che le nuove tecnologie sono essenziali per la libertà di espressione evidenziando, però, al tempo stesso, i rischi connessi all’eccesso di informazione che non vanno sottovalutati. Il direttore ha sottolineato che la saggezza deve sempre accompagnare la conoscenza, e dunque anche uno strumento “rivoluzionario�? come wiki va utilizzato con buon senso, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale, rappresentato dalla battaglia per la pace e la giustizia per tutti.
Più di un intervento ha evidenziato l’intrinseca democraticità di Wikipedia, uno strumento di condivisione del sapere a cui tutti possono accedere non solo come fruitori ma anche come autori.

Edo Navot, dottorando in sociologia, considera Wikipedia un’utopia reale, poiché presenta molte delle caratteristiche che egli individua come essenziali nella definizione di questo concetto. Essa cerca, infatti, di tradurre in azione valori ideali come egualitarismo e democrazia partecipativa; è diretta e deliberativa; presenta una devoluzione di poteri verso il basso; non è gerarchica; la produzione del contenuto è legata a meccanismi di creazione del consenso e, infine, si basa su processi non punitivi di risoluzione e gestione delle controversie. Gli ultimi due punti sono stati evidenziati in molti degli interventi: un partecipante israeliano, per esempio, ha raccontato l’interessante dialogo instauratosi tra lui e alcuni amministratori di lingua araba in merito alla definizione da adottare nella Wikipedia arabofona di termini caldi, come Palestina, territori occupati e Israele. Le sue proposte di articolo su questi temi non hanno incontrato l’approvazione degli amministratori per cui, così come prevede la prassi, si è stabilito tra loro un dibattito volto a trovare una soluzione di compromesso. Il dialogo che si è venuto a creare, ha raccontato, si è rivelato particolarmente interessante e ricco dal punto di vista umano, ed è riuscito dopo qualche tempo a produrre una soluzione efficace. Come lucidamente evidenzia lo stesso Navot, però, questa utopia reale presenta alcuni deficit democratici, come ad esempio la mancanza di un organo rappresentativo della comunità.

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La proposta non giunge nuova alle orecchie di Wikimedia Foundation: molti interventi, specie durante i dibattiti aperti con i membri del Board of Trustees, erano dedicati proprio alla possibilità di creare un organo del genere e alle caratteristiche che dovrebbe avere.
Secondo Navot, la soluzione più democratica sarebbe che i suoi membri venissero scelti a caso tra quelli della comunità e che esso affiancasse il Board of Trustees nel processo decisionale. Secondo altri, l’organo dovrebbe invece essere rappresentativo delle comunità linguistiche, criterio in base al quale sono divise, ad esempio, le varie Wikipedia esistenti.
Altri ancora propongono di utilizzare delle vere e proprie votazioni, un passaggio che garantirebbe senza dubbio una maggiore pregnanza democratica al nuovo organo, specie se dotato di poteri decisionali e non solo consultivi, e che siglerebbe di fatto il passaggio da un sistema basato sulla partecipazione diretta ad uno basato su “classici�? modelli di democrazia rappresentativa. Anche il pensiero di Mariano Araujo nella sua presentazione, è che una trasformazione sia inevitabile poiché le dimensioni assunte oggigiorno dalla comunità ne rendono insostenibile la gestione con i vecchi modelli partecipativi (http://www.kaltura.com/devwiki/index.php/Digital_sovereignty_a_wikimedian_approach).
Questa, peraltro, è anche la posizione della Foundation, che ha affrontato nel corso dell’ultimo anno un grande processo di riorganizzazione e ristrutturazione interna, coordinato da una manager esterna alla comunità, Sue Gardner, appositamente ingaggiata dal Board of Trustees. Questa trasformazione si accompagna e dovrebbe ancor più accompagnarsi, a detta di molti, ad un ampliamento del quadro normativo di riferimento della comunità; le regole, per esempio, per poter diventare amministratori di Wikipedia in lingua inglese sono divenute, col passare degli anni, sempre più severe, essendosi innalzato il numero minimo di contributi o di tempo trascorso all’interno del progetto per potersi candidare a svolgere tale funzione. Il problema è, come sollevato da un giovane tedesco nel corso di un dibattito, che il sistema manca di trasparenza. Molte di queste regole, infatti, non sono scritte ma affidate a vaghe consuetudini di cui sono a conoscenza solo in pochi. Soprattutto i nuovi venuti, dunque, fanno pressione perché queste regole vengano codificate, così da garantire la trasparenza ed, eventualmente, la possibilità di metterle in discussione. Sembra che il processo di istituzionalizzazione del movimento si trovi in una fase molto delicata poiché rischia di provocare grosse lacerazioni al suo interno.
Esemplare di questo stato di tensione malcelato dietro slogan e sorrisi è il titolo della presentazione di Ting Chen: “mantenete la comunità aperta mentre Wikimedia cresce�?, un intervento teso ad esortare i wikimediani a semplificare le regole e avere fiducia nella comunità, permettendole di proseguire la sua crescita senza invertire la rotta del suo cammino.
Ragionamento analogo è stato portato avanti dall’ex-chairman del Board of Trustees, Florence Devouard, collocata su posizioni apparentemente solidali con coloro i quali invocano una istituzionalizzazione del movimento tesa a proteggere e rafforzare, piuttosto che indebolire, il ruolo della comunità versus la Foundation. Nel corso di vari interventi ha infatti criticato le difficoltà di comunicazione tra queste due realtà, chiamandole entrambe alle proprie responsabilità; se la prima, infatti, manifesta nel corso degli ultimi anni un calo di motivazione da parte dei volontari, la seconda non brilla per capacità di iniziative tese a colmare il vuoto comunicativo creatosi nel corso del tempo con coloro i quali ne rappresentano la ragion d’essere. Sembra un paradosso, dice la Devouard, ma proprio la Foundation, che affonda le sue radici nella difesa della libertà di espressione, non dispone sul proprio sito di uno strumento che raccolga i commenti e le critiche da parte dei visitatori. Esiste, in effetti, un blog, ma gli argomenti trattati ne fanno uno strumento solo per addetti ai lavori. Un blog diverso, dunque, ma anche altri software, inclusi quelli di social networking, andrebbero utilizzati con l’obiettivo di rendere molto più efficace la comunicazione tra la Foundation e la comunità.

Un altro dei filoni tematici della conferenza era quello del ruolo di Wikimedia e, più in generale, dell’ICT nei paesi cosiddetti emergenti. In verità, gli interventi dedicati a questo argomento sono stati colpevolmente pochi, soprattutto se si considera che era la prima volta che Wikimania si teneva in Africa.
Ahmed Tantawy, Direttore di IBM Medio Oriente e Nord Africa, ha sottolineato come lo sviluppo della tecnologia dell’informazione rappresenti un’opportunità enorme per i paesi in via di sviluppo. Forti delle loro popolazioni estremamente giovani, dovrebbero investire su educazione, innovazione e pianificazione dello sviluppo, spostando il focus di quest’ultimo dalle attività primarie e secondarie al settore dei servizi, che oggi rappresenta i 2/3 del PIL mondiale. L’ICT necessita di un numero limitato di infrastrutture per potersi sviluppare così che è possibile creare “isole di sviluppo�? anche in situazioni di generale disagio sociale ed economico. Perché si realizzi questa sorta di “miracolo�?, però, è necessario che un buon numero di condizioni vengano soddisfatte, tra cui: la disponibilità di un minimo di servizi ed infrastrutture, un adeguato livello di educazione e formazione professionale, una burocrazia che non sia di ostacolo, un mercato capace di agire al di fuori dei condizionamenti provenienti dal mondo della politica, della criminalità, etc. L’ingegnere Hussein Ghaly ritiene invece, nel suo intervento Building Arabic Engineering Knowledge, che il disastro della situazione tecnologica nel mondo arabo sia da imputare anche agli utenti che spesso si ritengono semplici consumatori ma non osano diventare produttori del sapere arabofono, lasciando ad altri questa funzione (http://www.kaltura.com/devwiki/index.php/Building_Arabic_Engineering_Knowledge).

L’intervento di Merrick Schaefer, un funzionario dell’UNICEF, ha illustrato un progetto realizzato dall’agenzia ONU in Tanzania, teso a rendere più agevole l’interazione con i mediawiki da parte dei giovani. Il digital divide ha numerose sfaccettature, ha ricordato giustamente Schaefer, e necessita dunque di risposte complesse. Per ulteriori informazioni sul progetto dell’Unicef: http://x.mepemepe.com/.

Un altro tema affrontato dalla conferenza è rappresentato dal perenne dibattito sulla attendibilità di Wikipedia in termini scientifici.
Ci è sembrata molto responsabile la posizione degli organizzatori di Wikimania 2008 nell’affrontare la questione a viso aperto, stimolando il dibattito tra i sostenitori del movimento e alcuni osservatori esterni.
Tra questi ultimi, il biochimico Bill Wedemeyer, che ha presentato i risultati di una sua ricerca in cui ha comparato la famosa Enciclopedia Britannica e Wikipedia in lingua inglese, The quality of scientific articles on the English Wikipedia.
Lo scienziato statunitense ha elaborato alcuni parametri di valutazione sulla base delle critiche più frequentemente rivolte a Wikipedia, come la mancanza di citazione delle fonti, la mancanza di originalità delle ricerche, etc. I risultati della sua ricerca hanno ribaltato molti dei luoghi comuni che circolano su Wikipedia, dimostrando come, quantomeno nel caso di quella in lingua inglese, essa presenti numerosi fattori di qualità. Come tutte le fonti, ha ricordato saggiamente Wedemeyer, essa va utilizzata con buon senso e, soprattutto, va comparata ad altre fonti. Ciò non toglie, però, che alcuni suoi articoli siano di buon livello.
Il ricercatore ha proposto ai wikimediani di coinvolgere esponenti del mondo della ricerca nella valutazione e correzione delle voci, ricordando che la sua ricerca ha preso in considerazione solo quel 2% di articoli che il sistema interno di valutazione di Wikipedia considera come buoni. Molto lavoro c’è da fare, dunque, per il rimanente 98% nonché per gli articoli inerenti discipline umanistiche, ben al di sotto della media di quelli di tipo scientifico.

Per approfondimenti sulle conferenze dei relatori a Alessandria, potete consultare il sito:

http://webcast.bibalex.org/Home/List.aspx?Conference=6u0LkBzgNlZm+RzGhC/6Ag==

Inoltre, qualche sito interessante su curiosità e vari progetti, presentati durante il meeting:

Eventi delle prossime settimane

  • Sabato 6 settembre 2008 - presso i locali del CEFORS di Marcianise (CE) si terrà l’assemblea annuale dell’associazione Wikimedia Italia con il seguente ordine del giorno:
  1. Relazione del Consiglio Direttivo sull’andamento dell’associazione
  2. Modifiche al Regolamento
  3. Ratifica delle delibere del Consiglio Direttivo
  4. Approvazione del bilancio consuntivo del primo semestre 2008
  5. Rinnovo delle cariche sociali
  6. Discussione sulla politica generale e di indirizzo per le attività dell’associazione.
Maggiori informazioni possono essere reperite nella pagina "raduno" di wikipedia e nell'apposita pagina di preparazione aperta sulla wikina.
Si consiglia a tutti i soci di prendere visione delle candidature per il nuovo direttivo anche al fine di porre domande e quesiti ai candidati.
Si raccomanda a tutti i soci che non potranno essere presenti di delegare qualcuno dei soci che, invece, potranno intervenire. Per un elenco degli utenti che presenzieranno si può fare riferimento alle pagine di coordinamento lincate più in alto.
Si ricorda che l'assemblea è aperta anche ai non soci.

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