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Quadro teorico

L'idea di fondo è quella di contrastare il pensiero economico-politico mainstream, attraverso l'affermazione dei commons come centro politico-filosofico di una rivoluzione di pensiero:

  • "the commons constitutes a versatile system for organizing reliable flows of productive, creative social energy", importanza delle social pratices "there is no commons without commoning" (citazione da Peter Linebaugh) p. 26.
  • i commons vengono dalla cultura vernacular: spazi condivisi dove le persone affermano la loro morale e gli interessi politici collettivi, oltre e sopra lo stato, le corporation e altri poteri istituzionali. p. 38.
  • enclosure: concetto centrale da criticare (vedi storia delle enclosure p. 40 e seguenti; secondo me poco approfondito)
  • rimmettere i commons all'interno della legge: evoluzione del contratto sociale, p. 80.
  • state regulation come necessità per compensare il "free market", ma è stato anche un modo facile per le industrie di catturatre e corrompere il processo, «it remains something of an open question how governance might be restructured to rein in the chronic social and environmental abuses generated by markets», p. 85. Inoltre, spesso i commoners sono delegittimati nei processi di governance, perché le decisioni nei progetti amministrativi vengono fatte da esperti del settore.
  • proprietà come finzione sociale e fantasia "libertaria" (libertarian). I common, diversamente da quanto creduto non sono semplicemente "non-proprietà": non si basa sulla ownership ma piuttosto sulla stewardship, riguarda «the shared management of a resource by many - something that may ot may not require formal property law to achieve» (p. 92), ci chiede di «to embrace social rules that are compatible with a more cooperative, civic-minded and inclusive set of values, norms and practices. The commons bids us to reject Homo economicus as the default ideal of human behavior. It asks us to entertain the idea that certain right should be inalienable - that is, not for sale - and to elevate certain social values over private property rights», p. 93.
  • Critica a John Locke che potrebbe essere abbastanza sbagliata (molto stereotipata: terra nullius, lavoro individuale, ecc.).
  • Wolfgang Hoechele e Roberto Verzola affermano che il capitalismo è engineering of scarcity: massimizzare profitti attraverso la limitazione di accesso e porzioni di risorse (copyright e brevetti ad esempio o la biotecnica agricola); diversamente i commoner vogliono entrare in un sistema di abbondanza: non risorse all'infinito, ma risorse rinnovabili, p. 96.
  • GDP contro GPI (Genuine Progress Indicator), p. 97.
  • Come far diventare i common una forma di governance? p. 99.
  • Capitolo 8, Digital commons (Wikipedia, Apache, Linux, GPL, OA journals ecc.). Problema: nel libro si dice: «This book is licensed under a Creative Commons BY-NC-SA license because I want to authorize copying of it so long as credit is given to me as the author (BY) and no commercial reuses are made without my permission (NC). Any derivative uses of this book, including translations, new princtings and excerpts, must also be legally shareable (SA)», p. 105.
  • Capitolo 9, many galaxies of commons
  • Metafisica dei commons: «a commons-based economics raises the possibility of experiencing value through the practical relationships that arise among individuals, the resources of the world, and that wich exists between people and the world», James Quilligan, cit. p. 131. Commons come una nuova visione di progresso: dà la possibilità di ridurre le ineguaglianze e l'insicurezza nelle nazioni marginalizzate e nello stesso tempo illumina il ruolo vitale degli ecosistemi locali e la goernance common-based, p. 137.
  • Stato e Commons: per lui dovrebbe essere "State policies in the service of commons formation and stewardship", p. 140. Un modo di vedere molto anglosassone, per cui lo Stato può essere "stiracchiato" da una parte o dall'altra: o a favore del mercato o a favore dei commons. Qui s'inserisce l'analisi di Mattei, p. 142.
  • Futuro dei commons: difficile farla diventare una teoria politica coerente, proprio per la frammentarietà e la decentralizzazione del movimento, nella sua caratteristica eminentemente pratica e non teorica.
  • Conclusioni p. 147. Nuova visione politica.
  • Importante: secondo me il libro è abbastanza "americano", proprio come riferimenti culturali e metri di paragone. Questo non vuol dire che non si possa criticarlo proprio vedendo le differenze in un sistema europeo ed italiano.